Nato e Kabul plaudono insieme all'India, il Pakistan respinge le accuse di offrire protezione ai terroristi, la Cina lo difende, la Germania mette in chiaro che non metterà un uomo in più, mentre i talebani promettono di fare dell'Afghanistan "un cimitero per l'impero americano". Sono le prime reazioni alla nuova strategia sull'Afghanistan annunciata ieri notte in diretta tv da Donald Trump, che ha promesso di rafforzare la presenza americana in base alle condizioni sul campo e senza scadenze temporali, rimangiandosi le promesse elettorali di ritirarsi dalla più lunga e costosa guerra della storia americana: 16 anni, più del Vietnam. Un dietrofront bollato come un tradimento del trumpiano 'America first' da parte di Breitbart News, il sito di ultradestra tornato sotto la guida di Steve Bannon, il chief strategist nazionalista e isolazionista della Casa Bianca silurato nei giorni scorsi.
"Il mio istinto era di ritirarsi, e storicamente mi piace seguire i miei istinti, ma in tutta la mia vita ho sentito che le decisioni sono molto differenti quando siedi dietro la scrivania dello Studio Ovale", ha esordito il tycoon per giustificare la marcia indietro, usando per una notte toni presidenziali. Poi ha spiegato cosa lo ha convinto a cambiare idea: abbandonare l'Afghanistan significherebbe lasciare un vuoto che i terroristi, dai talebani all'Isis e Al-Qaida, riempirebbero subito trasformando quel Paese in una piattaforma per attaccare gli Usa. Trump ha volutamente evitato di fornire numeri (i media parlano dell'invio di 4000 militari in aggiunta agli 8400 presenti) e piani "per non favorire il nemico".