Sono 15 stati e Washington DC a lanciare la sfida legale all'amministrazione Trump contro la revoca del programma di protezione per i Dreamers, i giovani arrivati negli Stati Uniti da bambini con genitori illegali.
Il ricorso è stato presentato presso un tribunale di New York dagli Stati di New York, Massachusetts, Washington, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Iowa, New Mexico, North Carolina, Oregon, Pennsylvania, Rhode Island, Vermont e Virginia, oltre al District of Columbia, che ospita Washington. Il ministro della Giustizia dello Stato di Washington, Bob Ferguson, ritiene che l'azione intrapresa dall'amministrazione Trump violi i diritti per un giusto processo riconosciuti agli immigrati. Lo ha sottolineato in una conferenza stampa insieme con il governatore Jay Inslee. Ferguson era stato tra l'altro il primo a lanciare la sfida legale al 'bando' sugli ingressi voluto da Trump, ricorso che aveva poi portato un giudice federale a bloccare il provvedimento su base nazionale.
"Il Congresso ora ha sei mesi per legalizzare Daca (qualcosa che l'amministrazione Obama non e' stata in grado di fare). Se non ci riesce, rivedrò questo problema": Donald Trump fa marcia indietro su Twitter, annunciando che se il Congresso non riuscira' a legiferare sui Dreamers (i giovani arrivati negli Stati Uniti da bambini con genitori illegali) riesaminera' la sua decisione di sospendere il programma varato da Obama.
Questo dopo l'annuncio del ministro americano della Giustizia Jeff Sessions che ha fatto sapere che il programma di amnistia per i 'Dreamers' - noto come DACA- "viene abrogato" dalla amministrazione Trump. Si tratta di un provvedimento "incostituzionale", ha affermato Sessions.
Il programma finora ha permesso ai giovani arrivati illegalmente negli Usa da piccoli, di lavorare e studiare senza il rischio di essere espulsi.
Una mossa "riprovevole" e "straziante", ha commentato la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti. Come riferisce Fides, i Vescovi statunitensi hanno commentato: "Oggi la nostra nazione ha fatto l'opposto di come la Scrittura ci chiama a rispondere. È un passo indietro dai progressi che dobbiamo fare come paese".
Nell'annunciare la decisione di revocare il provvedimento preso dal presidente Barack Obama nel 2012 -e che riguarda circa 800 mila persone- Sessions conferma quanto trapelato durante il weekend, e rimette al Congresso la responsabilita' sul tema, cui viene riconosciuta una finestra di sei mesi per agire. "Sono qui oggi per annunciare che il programma noto come Daca attivato durante l'amministrazione Obama viene abrogato", ha detto Sessions in una conferenza stampa convocata per l'occasione. "La nazione deve fissare e applicare un limite su quanti immigrati ammettiamo ogni anno e cio' vuol dire con non tutti possono essere accettati", ha spiegato il ministro della Giustizia. "Cio' non vuol dire che sono cattive persone o che la nazione non li rispetta o li sminuisce in alcun modo. Vuol dire che stiamo applicando le nostre leggi nella maniera corretta, cosi' come approvate dal Congresso".
Abrogare il programma di amnistia per i 'Dreamers' è "sbagliato", "autolesionista", "crudele". E' il giudizio, senza mezzi termini, dell'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
"Nutro un grande amore per queste persone, che non sono bambini come si pensa, ma in realtà si tratta di giovani adulti. Adesso si spera che il Congresso possa realmente aiutarli. Nel lungo periodo sarà la soluzione giusta", ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump rispondendo a domande dei giornalisti.