Gli effetti causati dai cambiamenti climatici sono già in tutti i continenti e negli oceani: il mondo, in molti casi, è mal preparato contro i rischi del clima che cambia. Ci sono opportunità di risposta adeguata anche se difficili da gestire con alti livelli di riscaldamento. Lo si legge nel rapporto scientifico (Summary) dell'Ipcc. Eventi meteorologici estremi metterebbero a serio rischio la biodiversità di piante e animali, porterebbero alla brusca riduzione dei raccolti agricoli e all'evoluzione di malattie, con conseguenti spostamenti di popolazioni e conflitti. I rischi di inondazione aumenterebbero soprattutto in Europa e Asia a causa delle emissioni di gas effetto serra, mentre la produzione di cereali (grano, riso e mais) andrebbe incontro a pesanti diminuzioni, a fronte di una domanda in netta crescita.
Le conseguenze, in altri termini, sarebbero in grado di destabilizzare gli equilibri attuali, con povertà, fame e migrazione provocate dalle catastrofi naturali. Il 'Summary for Policymakers' è la ricerca scientifica di 48 pagine approvata dalla decima sessione del Working Group II del Panel intergovernativo dell'Onu sui cambiamenti climatici (Ipcc), riunitosi a Yokohama per mettere a punto la seconda parte del V rapporto. Il Summary farà da base alle decisioni 'politiche' contro il global warming che, secondo le previsioni dovranno essere prese, più che alla riunione Cop di Lima del 2014, a quella di Parigi del 2015. Il rapporto, dal titolo completo 'Cambiamenti climatici 2014: impatti, adattamento e vulnerabilità', fornisce i dettagli sugli effetti del global warming ad oggi, i futuri rischi di un clima che cambia e le possibilità di un'azione efficace per ridurre pericolose distorsioni. Un lavoro enorme, al quale hanno fornito contributi più di 1.700, tra accademici, ricercatori ed esperti di tutto il mondo, che si conclude con le risposta sulle scelte per ridimensionare i rischi in un mondo che cambia: la loro natura è sempre più chiara anche se gli effetti continueranno a produrre sorprese.
"Il rapporto del Working Group II - ha commentato Rajendra Pachauri, presidente dell'Ipcc - è un altro importante passo avanti nella nostra comprensione di come ridurre e gestire i rischi del cambiamento climatico. Insieme con le relazioni del Working Group I e III (rispettivamente di settembre 2013 e di prossima pubblicazione ad aprile 2014, ndr) fornisce una mappa concettuale non solo sulle caratteristiche essenziali della sfida climatica, ma anche sulle opzioni per le soluzioni". Le relazioni dell'Ipcc, ha concluso Pachauri - "sono alcune delle più ambiziose imprese scientifiche nella storia umana ed esprimo gratitudine a tutti coloro che lo hanno e lo rendono possibile".