"Si voterà oggi la fiducia" sul Jobs act. Lo annuncia il premier Matteo Renzi. "Sono convinto che sia naturale che tutti" nel Pd "votino come sempre accaduto. Non temo agguati. Ove ci fossero li affronteremo".
La decisione di mettere la fiducia su un provvedimento ''attiene ai lavori parlamentari'', ha detto Renzi sottolineando di ''non aver visto rabbia'' nelle parti sociali su questa ipotesi. ''Abbiamo promesso di fare le riforme. Le stiamo facendo'', ha detto in conferenza stampa a Palazzo Chigi a proposito del Jobs act.
L'Aula del Senato è in numero legale e dunque, dopo i vari stop di questa mattina, ora è ripresa la discussione generale sul Jobs act.
I lavori dell'Assemblea di Palazzo Madama erano stati sospesi a causa della mancanza per la quarta volta consecutiva del numero legale. Numero mancato "perché Fi non ha votato. Ncd e il Pd hanno votato". Lo dice il senatore del M5S Alberto Airola. Una conferma arriva anche dalla senatrice di Fi Cinzia Bonfrisco: a chi le chiede se in effetti Forza Italia non abbia votato in Aula per garantire il numero legale replica infatti: "Sì".
Il Jobs Act è un atto che "dà l'imprinting riformista, anche di un certo riformismo spinto al Governo, e quindi è uno di quei temi per cui il Governo o va avanti perché ottiene la fiducia o casca perché non la ottiene". Lo dice, a Rtl 105.5, il ministro Angelino Alfano, rivelando di aver "fortemente spinto" perché venisse autorizzata la fiducia.
"Il governo vuole porre la fiducia al Jobs Act per non discutere nel merito del provvedimento. Riteniamo che una riforma del lavoro così importante non possa essere approvata senza un adeguato esame in Aula". E 'quanto sottolineano i senatori del M5S. "Il Movimento 5 Stelle è disposto a ritirare la maggior parte dei suoi emendamenti - nonostante siano tutti nel merito - per permettere la discussione di quelli che ritiene imprescindibili. Il governo non ha più alibi: accetti la discussione o ammetta che il problema è la debolezza della maggioranza", concludono i pentastellati.
"Alcuni senatori per propria iniziativa non parteciperanno al voto". Lo afferma, in merito al voto sulla fiducia sul Jobs Act, il deputato Pd Pippo Civati ai microfoni di Radio 24. "Non so quanti saranno perché non è un complotto il nostro. Abbiamo chiesto mille volte che ci fosse un'occasione per discutere", spiega l'esponente Democrat.
Sel ritira gran parte degli emendamenti al Jobs Act. "Da 300-350 circa ne manterremo 40-50, quelli fondamentali. Così togliamo ogni alibi al Governo. La fiducia è un gesto arrogante di Renzi e la chiusura anticipata della discussione sarebbe davvero grave". Lo afferma ai cronisti a Montecitorio la capogruppo al Senato Loredana De Petris.