I cinquestelle denunciano in procura il 'Patto del Nazareno'. E la procura di Roma apre un fascicolo senza ipotesi di reato nè indagati. "Ho depositato - fa sapere Andrea Colletti, deputato M5s - un esposto-denuncia alla Procura di Roma per accertare esistenza e contenuto del Patto del Nazareno fra Renzi e Berlusconi. Ho chiesto di verificare se il Patto sia stato effettivamente preordinato a pilotare illegittimamente le riforme in atto nel Paese e a decidere chi nominare come futuro inquilino del Colle".
Colletti annuncia l'esposto in procura sia sul suo profilo twitter sia su quello Facebook scrivendo: "facciamo scricchiolare ancor di più il patto del Nazareno!", accusato di "pilotare illegittimamente le riforme in atto nel Paese e a decidere chi nominare come futuro inquilino del Quirinale, trasformando la nostra Repubblica democratica in una dittatura mascherata". Mentre sul suo sito, il deputato M5S pubblica direttamente l'esposto presentato, in cui, nella lunga premessa, si legge che "i contorni di tale Patto (del Nazareno) sono alquanto fumosi giacché ignoto ne è il contenuto, ignoti ne sono i sottoscrittori, oltre a coloro già citati (Renzi e Berlusconi, ndr), ed ignoti ne sono i garanti". Coletti mette quindi in relazione il Patto del Nazareno con varie tematiche, da quella delle riforme a quella della giustizia. Senza mancare di citare il tema dell'elezione del presidente della Repubblica. "Il patto del Nazareno conterrebbe anche linee guida per la nomina del futuro presidente della Repubblica o comunque indicazioni di un vero e proprio veto sulla candidatura di Romano Prodi alla successione a Giorgio Napolitano che è tornata al centro della discussione e potrebbe secondo alcuni concretizzarsi entro luglio 2015". Quindi, al termine dell'esposto lungo 31 pagine, l'esponente pentastellato chiede "di accertare se i fatti descritti in premessa siano corrispondenti al vero e, in caso affermativo, se siano stati integrati dei reati penali e a chi sia imputabile la responsabilità degli stessi"
Intanto Matteo Renzi morde il freno sulla riforma della legge elettorale. Alle 18 è convocato il Consiglio dei Ministri. All'ordine del giorno, tra l'altro, la delega al Governo per la riforma del libro XI del Codice di procedura penale; un decreto legislativo in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto; composizione, attribuzioni e funzionamento delle commissioni censuarie. A seguire, in serata, vertice di maggioranza sulle riforme. Il pressing sul Cavaliere, d'altra parte, resta forte.
"Noi siamo pronti, basta rinvii: martedì incardiniamo la riforma e a dicembre voglio l'ok dell'aula", incalza Renzi confermando per oggi il vertice di maggioranza che sarà di fatto un altro strumento di pressione su Berlusconi che riunirà oggi i suoi per parlare anche di riforme. Fi, d'altra parte, detta le proprie condizioni per un ok all'Italicum. "Se Renzi ha tanta fretta sulla legge elettorale - dice il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta - che porti in Aula al Senato, già mercoledì prossimo, l'Italicum come è uscito dalla Camera. Noi siamo pronti a votarlo, anche con la fiducia. Se invece Renzi vuole cambiare quel testo se ne deve discutere, come prevede il Nazareno".
E stamani sul blog di Grillo un post a firma di Aldo Giannulli che avverte il premier: "Renzi non si illuda di nessuna politica dei due forni: il pane del M5S non si compra con qualche spartizione di posti. Bisogna ripensare le questioni nel merito".
In mattinata parlando a Radio24 il senatore M5s Nicola Morra aveva chiuso a un'intesa sull'Italicum con i Democratici. "Un'intesa col Pd sulla riforma elettorale? No. Noi non siamo i sostituti che stanno in panchina e quando il titolare non ce la fa più o gioca male vengono chiamati in campo".
A 'chiamare' i cinquestelle in un'intevista al 'Messaggero' anche il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini. "Ci siamo sempre rivolti in maniera molto chiara a tutti. Per mesi dai 5Stelle non abbiamo ricevuto segnali. Poi la sberla elettorale alle europee li ha risvegliati dal torpore e hanno preso un atteggiamento non chiaro, ondivago. Se si vogliono rendere utili sono benvenuti, a patto che non si ricominci da zero: un pezzo di strada l'abbiamo già fatto''.