Il Papa ha individuato mezzi e organismi per perseguire i vescovi che insabbiano le denunce di abusi sessuali dei loro sacerdoti. Ha stabilito la applicazione del reato dell'abuso di ufficio dei vescovi nelle inchieste sulla pedofilia. Ha approvato una procedura che vede competenti per le denunce contro i vescovi tre Congregazioni vaticane (Vescovi, Evangelizzazione dei popoli e Chiese orientali), e rafforza la Congregazione per la dottrina della fede, competente per il giudizio, con una nuova Sezione Giudiziaria. Il Papa ha poi deciso la nomina di un segretario della Sezione giudiziaria, innovazione questa che dovrebbe contribuire anche snellire il carico di arretrati sui processi per abusi del clero.
Queste in sintesi le proposte sulla lotta alla pedofilia del clero che il Papa - d'intesa con il C9 - ha recepito dalla Commissione internazionale per la tutela dei minori. Le decisioni emergono dalla sessione del C9 conclusasi oggi (la prossima sessione è fissata dal 14 al 16 settembre). L'esplicitazione del reato di abuso d'ufficio per i vescovi inclini a insabbiare i processi è un dato molto significativo che raccoglie le preoccupazioni della Commissione, e in particolare delle vittime degli abusi. Gli insabbiamenti sono uno dei problemi maggiori nella lotta contro gli abusi per far passare una nuova cultura tra gli ecclesiastici, una cultura che abbia al primo posto la attenzione alle vittime e la prevenzione, e non una malintesa "ragion di Chiesa". Papa Francesco, come anche Benedetto XVI, è molto attento a questi casi, e non esita a rimuovere i presuli insabbiatori, come recentemente è accaduto per mons. Finn a Kansas City e mons. Rivera Plana in Paraguay.
Ma molto significativo è anche il processo con cui si è arrivati a queste decisioni: la Commissione ha chiesto procedure e modalità adeguate per garantire la affidabilità dei vescovi nelle inchieste; il C9 e il Papa le hanno esaminate, il Papa ha deciso, stabilito tempi e che siano fornite le risorse per questi fini. Il tema delle procedure e modalità per valutare i casi in cui vescovi o superiori di ordini religiosi mettono i bastoni tra le ruote alle inchieste sugli abusi era stato formulato nella precedente sessione del C9. Gli sviluppi di questa procedura saranno osservati in cinque anni, per valutarne formalmente l'efficacia, ma la messa in moto del processo manifesta una evidente prontezza e operatività di tutte le forze coinvolte.
Il C9 conclusosi questa mattina ha deliberato anche la istituzione di un unico dicastero per la comunicazione vaticana, da realizzarsi in quattro anni, salvaguardando il personale e integrando gradualmente il Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, la sala stampa vaticana, la Radiovaticana, il Centro televisivo vaticano, l'Osservatore romano, il Servizio Fotografico, la Libreria editrice vaticana, la Tipografia Vaticana, l'Ufficio Internet. Nei prossimi mesi verrà costituito il dicastero e annunciate le nomine necessarie per completare il processo. Nel C9, infine, il card. Pell, "superministro per l'Economia", ha annunciato la costituzione nel Consiglio per l'Economia di tre gruppi di lavoro: uno per l'analisi delle entrate e degli investimenti, uno per la gestione delle risorse umane e uno per lo studio dei sistemi informatici esistenti, la loro compatibilità ed efficienza.