Riparte dallo studio di Porta a Porta il Renzi 1, il rottamatore allergico alle mediazioni e al politichese. Con un doppio ultimatum, il presidente del consiglio avverte il sindaco di Roma Ignazio Marino, "se sa governare vada avanti o torni a casa". E sulla tormentata riforma della scuola, inchioda tutti alle proprie responsabilità: "Quest'anno con tremila emendamenti in commissione non si riesce ad assumere i 100mila a settembre. Le scelte dell'opposizione hanno come conseguenza che il provvedimento non riuscirà ad entrare in vigore in tempo per settembre". Il leader Pd non ha intenzione di riaprire la "seduta di coscienza" dentro il Pd sull'esito delle amministrative. All'assemblea del gruppo ammette che "è il momento più duro di una legislatura da brividi" ma questo non cambia la determinazione ad andare avanti fino al 2018.
"Succede di perdere: in alcune città il Pd ha perso, altre le abbiamo riprese ma certo quando i cittadini scelgono altro, il partito deve riflettere. Un anno fa il Pd aveva il segno più 40% e i posti di lavoro avevano segno meno. Oggi l'economia torna a tirare e abbiamo 260mila posti di lavoro in più". Così Matteo Renzi a Porta a Porta.
C'è gente che dice "'dobbiamo discutere al nostro interno'. Non ne possiamo più di un ragionamento in cui quando si parla di politica siamo sempre a discutere del nostro ombelico", ha detto Renzi a 'Porta a Porta' sottolineando: "forse parlare un po' meno in politichese…sempre delle correnti del Pd...caspita, che barba che noia...". "In alcune Regioni e città le primarie non hanno funzionato perché uno fa le primarie e poi non rispetta le regole" e poi "c'è stata poca partecipazione": così il premier sottolineando al tempo stesso: "credo nelle primarie come strumento per uscire da segrete stanze dei partiti. Alla gente - aggiunge - interessa che il sindaco sia scelto con primarie o con selezione segreteria Pd o che strade della città siano pulite?".
Poi su Marino: "Marino è una persona perbene, lo riconoscono tutti. Si continua a dire se va avanti o no. A me interessa capire se l'amministrazione pulisce le strade, mette a posto buche e emergenza. Se sanno governare governino e vadano avanti, se non sono capaci vadano a casa". Il premier aggiunge che "deciderà il Pd romano". Roma "è una città bellissima, ha tutto, ha un'eco internazionale straordinaria. Quest'anno c'è il Giubileo, tutto il mondo ci guarderà, la vogliamo smettere di stare a discutere di questioni che riguardano solo gli addetti ai lavori?", evidenzia il presidente del Consiglio, che insiste: "Chi è in grado di governare governi, se non è in grado vada a casa". E chi gli chiede quali potrebbero essere i tempi per capire se a Roma sarà possibile andare avanti, Renzi risponde: "Deciderà il Pd romano, assieme alla coalizione, tra l'altro Orfini sta facendo un lavoro meraviglioso".
"L'ipotesi del commissariamento per mafia non esiste. Leggeremo come governo le carte ma per noi non ci sono gli estremi": così Renzi a Porta a Porta esclude un commissariamento della capitale per mafia.
E dopo il tornante, duro per il Pd, dei ballottaggi, Matteo Renzi, di fronte all'assemblea del gruppo parlamentare non si nasconde e ammette senza mezzi termini che "questo è il momento più difficile della legislatura". La riunione è convocata per eleggere il successore alla guida del gruppo della Camera dopo le dimissioni di Roberto Speranza nei giorni del voto sull'Italicum. Renzi candida Ettore Rosato, attuale vice capogruppo, la persona, sottolinea il premier che "ha caratteristiche di tenacia, determinazione necessarie per guidare il Gruppo più numeroso della storia della Repubblica e che dovrà gestire riforme ambiziose". In mattinata la 'Stampa' aveva pubblicato un colloquio con il premier dopo i ballottaggi nel quale il premier criticava lo strumento delle primarie per la scelta dei candidati locali.
Legislatura da brividi - "E' il momento più difficile e più affascinante dell'intera legislatura. Questa legislatura, che finirà nel 2018, fa venire i brividi". Lo ha detto, secondo quanto riferisce chi è presente, il premier Matteo Renzi ai deputati Pd riuniti in assemblea alla Camera.
La candidatura di Rosato - Ettore Rosato è il nuovo capogruppo del Pd alla Camera. Al termine dello spoglio delle schede sono 239 quelle che riportano il suo nome. I votanti sono stati 291 sui 309 componenti del gruppo. "Ettore Rosato è il candidato naturale alla guida del gruppo. Ci vuole una leadership autorevole". Lo aveva detto Matteo Renzi all'assemblea del gruppo Pd alla Camera, nel proporre Ettore Rosato per l'incarico di presidente. "E' una proposta di cui mi assumo la responsabilità, se ci sono proposte alternative fate pure", aggiunge. "Di fronte a noi - ha detto Renzi - ci sono molte sfide, dalle riforme ai diritti civili. Ci vuole quindi una leadership autorevole del gruppo". "In questi due anni - ha aggiunto - il lavoro svolto da Rosato lo rende il candidato naturale. Ettore ha caratteristiche di tenacia, determinazione necessarie per guidare il Gruppo più numeroso della storia della Repubblica e che dovrà gestire riforme ambiziose". Matteo Renzi ha spiegato che, scegliendo Ettore Rosato come nuovo capogruppo del Pd, ha scelto la continuità: "C'erano due strade, o la riforma complessiva del gruppo-partito in un nuovo equilibrio o affrontare in modo più agile il solo problema del capogruppo".
L'intervista alla Stampa - "Queste elezioni dicono che col Renzi 2 non si vince, devo tornare il Renzi 1. E basta primarie nel Pd". In un colloquio con la Stampa, il premier fa il punto dopo i ballottaggi: "non ho scelto io i candidati: fosse per me la stagione delle primarie sarebbe finita". E promette cambio di ritmo: "riforme più vicine, dovrò aumentare i giri, non diminuirli". "Questo è un Paese moderato, vince chi occupa il centro. Con personalità - aggiunge il segretario del Pd - perché se invece degli originali corrono le copie, allora non funziona". Renzi prende come esempio il caso Liguria: "La Paita non ha perso perché il candidato di Civati le ha tolto dei voti che probabilmente non sarebbero andati comunque a lei, ha perso perché nell'ultima settimana il 5% degli elettori di centro si è spostato verso Toti". Nel promettere un cambiamento nel partito, Renzi aggiunge: "Anche perché tra un anno si vota nelle grandi città. Torino, Milano, Bologna, Napoli, forse Roma". Roma? gli chiede l' intervistatore, Massimo Gramellini. "Se torna Renzi 1, fossi in Marino non starei tranquillo".