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Unioni civili: Senato frena, palla passa al Mef

Testo non è in Aula fino al 23 luglio

L'accelerazione sulle unioni civili annunciata a gran voce anche dalla relatrice del ddl Monica Cirinnà (Pd) per il momento non c'è. Il presidente dei senatori Dem Luigi Zanda sollecita la commissione Giustizia di Palazzo Madama a fare presto mettendo ai voti i circa 1.500 emendamenti, ma fino al 23 luglio di calendarizzarlo in Aula non se ne parla.

Nella Conferenza dei Capigruppo il presidente dei senatori di Ap-Ncd Renato Schifani fa notare come sia prematuro pensare di presentare il testo all'Assemblea in assenza della relazione tecnica del governo sulla copertura economica. Prima si accerti cosa significhi davvero continuare a parlare di pensioni di reversibilità per le coppie di fatto, è l'osservazione di Schifani, poi si vedrà quando incardinarlo. Il viceministro dell'Economia Enrico Morando si impegna pubblicamente a redigere al più presto la relazione, mentre Zanda, prima, dice che il Pd non è disposto ad aspettare "più di 48 ore, tre giorni al massimo. Non oltre" e, poi, invita il fronte del "no" a non fare ostruzionismo "per salvare la dignità del Parlamento".

La patata bollente delle unioni civili passa così nelle mani del Mef, mentre l'Aula del Senato, anche con il voto del Pd, boccia la richiesta del M5S di accelerare sul testo Cirinnà modificando il calendario approvato dalla Capigruppo che non contempla il ddl sino al 23 luglio. "Noi abbiamo grande rispetto per l'affettività di tutti - assicura intanto il leader Ncd Angelino Alfano - e siamo per il rafforzamento patrimoniale dei diritti dei soggetti che fanno parte di queste unioni", ma al tempo stesso "diciamo no alla adottabilità dei figli", "all'equiparazione del matrimonio e anche alla reversibilità perché costa troppo". In attesa che il Mef faccia chiarezza proprio sul punto, il braccio di ferro tra Pd e Ncd continua, ma con toni più soft. E questo per vari motivi, come si spiega in ambienti della maggioranza al Senato. Secondo alcuni tutto dipenderebbe dal fatto che con Ap-Ncd si starebbe trattando anche in vista del rinnovo delle presidenze delle commissioni della Camera (previsto intorno al 21 luglio) e del rimpastino di governo.

Quindi meglio non forzare troppo la mano. Ma la tesi viene respinta con forza da Schifani che si dice "allibito" per le voci che danno il suo partito in trattativa per far entrare un esponente di Ncd, che molti indicano in Gaetano Quagliariello, al ministero per gli Affari regionali (per il quale si sarebbe aperta anche la partita se far rientrare o meno i fondi strutturali). Secondo altri invece essendoci già sul tappeto questioni spinose come la vicenda giudiziaria che riguarda il sottosegretario di Ncd Giuseppe Castiglione e le richieste di arresti domiciliari per altri due senatori sempre Ncd: Antonio Azzollini e Giovanni Bilardi, non sarebbe il caso di tirare troppo la corda. "Siamo a un passo da una possibile intesa sulle unioni civili - osserva con ottimismo un esponente del governo - quindi meglio arrivare alla meta passo dopo passo". L'idea, ad ascoltare Dem solitamente bene informati, sarebbe quella di aspettare la relazione del Mef che "dovrebbe arrivare a breve", poi, nella prossima riunione dei Capigruppo (che dovrebbe decidere anche quando mettere ai voti il caso Azzollini) metterlo all'odg con la clausola "ove concluso esame in commissione". Quindi, se del caso, dare l'accelerazione finale "visto che ormai il tabù è stato rotto anche da parte della Chiesa" e si tratta solo di "una questione di tempo e di modalità". Il "timing" Pd non sembra tener conto però di Carlo Giovanardi che continua ad affilare le armi in commissione. Per lui l'ipotesi che si arrivi ad un voto sul ddl prima dell'estate è assurda, mentre Maurizio Sacconi dice che dopo la relazione del governo si dovranno attendere anche i pareri della commissione Bilancio. Facendo capire così che i tempi non saranno tanto brevi come spera gran parte del Pd.

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