I giudizi di Berlusconi su di me sono "ignobili" e dovrebbero "indurmi a querelarlo se non volessi evitare di affidare alla magistratura giudizi storico-politici; se non mi trattenesse dal farlo un sentimento di pietà verso una persona vittima ormai della proprie, patologiche, ossessioni".
E' il brano più duro della severa lettera scritta dal presidente emerito Napolitano al capogruppo di Forza Italia, Paolo Romani, al termine del suo intervento in Senato in difesa del ddl Boschi.
Ma cosa è accaduto? Non appena il presidente emerito ha preso la parola, il senatore di Fi Scilipoti ha preso a sventolare un foglio bianco con la scritta '2011' (comportamento che gli è costato una ufficiale censura dal presidente Grasso), anno della fine del governo Berlusconi.
In mattinata, fra l'altro, proprio l'ex Cavaliere parlando con i senatori di Forza Italia aveva sottolineato come nel libro scritto da Friedman venisse sottolineata la complicità di Napolitano nella vicenda che aveva portato alle sue dimissioni nel 2011. Dichiarazioni fatte filtrare poco prima del discorso del Presidente: un doppio attacco che non è passato inosservato.
L'8 novembre 2011, dopo aver approvato il rendiconto con una maggioranza di 308 voti, in un teso faccia a faccia con Napolitano Berlusconi annunciò che si sarebbe dimesso quattro giorni dopo, dopo l'approvazione della legge di stabilità e si schierò per nuove elezioni. Napolitano, successivamette, dette l'incarico di formare un governo a Mario Monti.