Ignazio Marino lascia e in conferenza stampa va all'attacco. Ecco le frasi clou:
Bisognava andare in Aula non dal notaio - "La crisi auspicavo si potesse chiudere in aula invece si è preferito di andare dal notaio, segno di una politica che decide fuori dalle sedi democratiche riducendo gli eletti a persone che ratificano decisioni assunte altrove: ciò nega la democrazia".
I consiglieri si sono sottomessi - "Mi e' stato negato il confronto in aula e chiedo ancora perchè prendo atto che consiglieri si sono sottomessi e dimessi per evitare confronto pubblico"
Accoltellato da 26 nomi, unico mandante - "Sono stato accoltellato da 26 nomi e cognomi ma da un unico mandante". Così Ignazio Marino rispondendo ai giornalisti sul comportamento dei dirigenti ed esponenti del Pd. "Non mi fa piacere vedere da democratico che il Pd è andato dal notaio con chi ha militato nel partito di Berlusconi", ha aggiunto Marino.
Pd mi ha deluso, ha tradito democrazia - "Questo Partito mi ha deluso per il comportamento dei suoi dirigenti perché ha rinunciato alla democrazia tradendo ciò che ha nel suo dna".
Nell'ultimo anno nessun rapporto con Renzi - "Non ho affatto avuto un rapporto turbolento con Renzi, nell'ultimo anno non ho avuto nessun rapporto"
Non ho capito quali errori mi si rimproverano - "Io non ho capito quali errori mi si rimproverano su un programma che il centrosinistra ha sostenuto. In Aula avrei ascoltato come si fa in democrazia".
Si può uccidere una squadra, non le sue idee - "Si può uccidere una squadra ma non si possono fermare le idee". Così Ignazio Marino finendo la sua conferenza stampa. "Spero non si torni indietro, non è in gioco il futuro di Ignazio Marino ma di Roma". "Se mi ricandiderò col Pd? Sarei leggero a dare una risposta adesso. Per me che ho vissuto tanti anni negli USA l'idea di un Partito democratico è un idea fondamentale, certo poi quando un familiare ti accoltella pensi è stato un gesto inconsulto o premeditato?".