"Dobbiamo vivere serenamente il referendum, come ogni passaggio democratico". Così il presidente Sergio Mattarella, da Sofia, a chi gli chiede delle fibrillazioni crescenti e come gli italiani dovessero vivere questi due mesi che mancano alla consultazione.
"Il mondo - ha proseguito - si è molto interconnesso: quindi ogni avvenimento che avviene in un paese importante, e l'Italia è un paese importante, è seguito con attenzione anche all'estero. Naturalmente questa considerazione non muta in nulla il fatto che la sovranità sia demandata agli elettori". Quello del referendum costituzionale è un passaggio da vivere "serenamente" ed è normale in un mondo sempre più interconnesso che sia seguito con grande attenzione anche all'estero. A titolo di esempio il capo dello Stato ha citato quanto successo con il referendum in Gran Bretagna.
Sul Referendum Merkel appoggia le riforme di Renzi "Ovviamente non spetta al governo tedesco esprimersi su referendum che si tengono in altri Paesi" ma Angela Merkel "appoggia" il premier Matteo Renzi nelle "sue diverse attività di politica interna" e "le riforme che il premier ha avviato, ad esempio nel mercato del lavoro". Lo ha detto oggi il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert rispondendo a una domanda su quanto affermato ieri dall'ambasciatore Usa a Roma circa il "passo indietro" che farebbero gli investimenti stranieri in Italia qualora prevalesse il 'no' al referendum.
Martedì le dichiarazioni dell'Ambasciatore Usa in Italia a favore del Sì al Referendum. Le parole di John Phillips hanno scatenato l'ira del centrodestra e della sinistra Dem che ha letto l'intervento come una grave 'ingerenza'. Successivamente anche l'Agenzia di rating Fitch ha messo in guardia dagli esiti negativi sui mercati di un 'no' alla consultazione.
Renzi, condivido al 101% le parole di Mattarella - "Condivido non al 100 per 100 ma al 101 per cento quello che ha detto oggi Mattarella a cui va la nostra gratitudine e augurio di buon lavoro". Così il premier Matteo Renzi, al teatro di Cuneo a sostegno del referendum, dopo aver attaccato il paragone di Luigi Di Maio tra lui e Pinochet. Se viene bocciata la riforma costituzionale nel referendum, "non è che c'è un'alternativa. Se la gente vota No alla riduzione del numero dei parlamentari, nessun parlamentare farà una nuova riforma per abbassarli, nessuno supererà il bicameralismo paritario. C'è chi dice 'faremo una nuova riforma', ma sono quelli che quando hanno avuto l'opportunità di governare, le riforme le hanno promesse ma non le hanno mai fatte: è ora di farla finita". "Promettono che faranno una nuova bicamerale un altro bel patto della crostata o della crostatina, ma rinvieranno i problemi", aggiunge.
Per quanto riguarda, poi, la legge elettorale, il premier sottolinea che "non c'entra niente con il referendum". A me l'Italicum piace ma se vogliamo cambiarla per dare un segnale, noi ci siamo, eccoci", rileva.