La sconfitta del Sì al referendum complica la partita dell'Italicum. Intanto la Corte costituzionale ha fissato per l'udienza del 24 gennaio 2017 la discussione sulle eccezioni di costituzionalità sollevate sulla legge elettorale.
La Corte Costituzionale è chiamata da tre tribunali - Messina, Torino e Perugia - a valutarne la legittimità e la 'spinta' per un intervento forte sulla legge potrebbe diventare più pressante. Un rimpallo politico su chi debba fare il primo passo per cambiarla è già iniziato, e a Renzi che ha detto che l'onere spetta al fronte del No Brunetta risponde che "spetta a tutto il Parlamento".
La Corte avrebbe dovuto esaminare l'Italicum il 4 ottobre; ma il 19 settembre decise di far slittare tutto a data da stabilire proprio per evitare interferenze prima del referendum. Va quindi fissata una nuova data, ma le incognite sono molte e probabilmente si chiariranno solo poco prima di Natale o subito dopo. Quando ci fu il rinvio, si disse che l'udienza si sarebbe tenuta nella seconda metà di gennaio o a inizio febbraio. Ora, però, una variabile importante è data dal tipo di governo che prenderà forma dopo le dimissioni di Renzi. Se si tratterà di un esecutivo tecnico o istituzionale, guidato per esempio da Padoan o Grasso, allora - spiegano fonti vicine alla Corte - è più probabile un'anticipazione dell'udienza così da chiudere il capitolo. Se invece l'incarico sarà dato a un politico potrebbe prevalere la volontà di attendere e capire che quadro si delinea.
C'è poi il punto di domanda degli altri ricorsi pendenti e quindi delle altre ordinanze che potrebbero pervenire alla Corte. Alle tre già arrivate, se ne sono accodate altre due, da Trieste e Genova. Ma circa dieci tribunali hanno aspettato il referendum e ora potrebbero decidere di inviare gli atti alla Consulta. E' l'effetto di una serie di ricorsi a catena proposti da un gruppo di avvocati coordinati da Felice Besostri, che si sono coalizzati con azioni coordinate in più tribunali.
L'interrogativo più grosso, però, è come si riposizioneranno i partiti e lo stesso Pd. Grillo chiede di andare subito al voto con l'Italicum, che ora li favorirebbe. Ma le altre forze politiche, con l'Italicum rischiano; prima di tutto di doversela vedere con i grillini al secondo turno. Per questo la tentazione di far smontare alla Corte la nuova legge elettorale sarà forte, facendo leva proprio sui nodi che gli stessi tribunali chiedono di 'aggredire', ossia premio di maggioranza e ballottaggio. A quel punto, l'Italicum diventerebbe un'altra cosa. E potrebbe anche configurarsi uno scenario di elezioni anticipate con due leggi elettorali 'riscritte' dalla Corte Costituzionale: al Senato il 'Consultellum', uscito dalla sentenza che bocciò il Porcellum, e alla Camera l'Italicum rivisitato.