(di Marisa Ostolani) "Come è possibile non essere d'accordo con papa Francesco? Una terza guerra mondiale non è fatale, per carità, ma quando si moltiplicano i conflitti, aumenta la possibilità di un incidente, anche mondiale". Dal suo ufficio di Bologna, Romano Prodi segue con preoccupazione gli sviluppi della politica estera internazionale che continua a preferire "ai sussurri e al chiacchiericcio della politica interna". Un quadro complicato al quale da ieri si è aggiunto un nuovo tassello di preoccupazione: la scelta fatta da Trump in Arabia Saudita, confermata oggi in Israele, di indicare nell'Iran il nemico comune da isolare. "In discontinuità con Obama, ma anche con la sua campagna elettorale, Trump ha fatto una scelta di campo a favore della linea sunnita contro quella sciita, e lo ha fatto in un momento in cui l'Iran, pur con molta lentezza, si stava evolvendo e aprendo al mondo. Una posizione che non aiuta il moderato Rohani", osserva Prodi in un'intervista all'ANSA in vista del G7 di Taormina. "Mi sembrano prevedibili sia un irrigidimento delle tensioni interne iraniane che una ripresa delle tensioni nei paesi vicini, in particolare in Iraq, Libano e Siria. Ma anche le relazioni Usa-Russia ne patiranno, perché Mosca sta appoggiando gli sciiti". A preoccupare l'ex presidente della Commissione Ue anche la ripresa sancita a Riad della corsa al riarmo. "Non è un messaggio nuovo, ma questa corsa si era un po' allentata. Con gli accordi tra Usa e Arabia Saudita si innesca una ripresa". La lotta al terrorismo, come il commercio mondiale e l'emergenza dei migranti, sarà al centro del G7 di Taormina dal quale Prodi si attende "importantissimi orientamenti e scambi di opinione, ma non decisioni", tanto più quest'anno, quando attorno al tavolo dei Grandi siederanno per la prima volta quattro nuovi leader, tra cui il presidente americano. "I leader dovranno 'nasarsi' l'uno con l'altro", dice Prodi usando un'espressione popolare. "Vedremo se si creerà tra loro una dinamica collettiva e speriamo che la bellezza del posto aiuti.
Certo, il teatro greco era anche il luogo dove si recitavano le tragedie, quindi il richiamo alla storia potrebbe avere un risvolto negativo", aggiunge il professore con una risata. "Ma a dispetto di questo, spero si crei una chimica positiva". L'imprevedibilità di Trump autorizza a non escludere sorprese. "Il presidente Usa è molto contraddittorio. Sul commercio, ad esempio, aveva lanciato un messaggio di chiusura totale, che poi si è rimangiato con l'apertura alla Cina. In politica estera lui si muove con un occhio fisso al suo elettorato, ma arrivando poi a compromessi e a patti. E' coerente nel suo essere imprevedibile. Direi che finora ha mantenuto una solo posizione coerente: il suo disprezzo per l'Unione europea". Una posizione preoccupante che l'Europa dovrebbe combattere con più vigore, "rafforzandosi e costruendo una politica unitaria". Con la vittoria di Macron in Francia "si può parlare di una grande occasione francese per l'Unione europea", sottolinea Prodi. "Il combinato disposto tra una Merkel che ha abbracciato le cooperazioni rafforzate e una Francia in cui Macron ha vinto sventolando la bandiera della Ue induce a qualche speranza", spiega l'ex primo ministro.
"Speriamo che l'Italia sappia inserirsi agendo in modo attivo e costruttivo per il rafforzamento europeo". Al G7 di Taormina l'Italia deve però anche alzare la propria voce sul tema dei migranti: "E stata lasciata sola. Stiamo ancora pagando la scelta dell'Ue di aiutare Berlino a chiudere le rotte dei migranti che stavano andando verso la Germania. L'Italia può e deve pretendere l'aiuto e il sostegno dei partner per gestire questa emergenza".
Il quadro internazionale è complicato e rischioso, ma "qualche apertura c'è, non siamo più ad un muro chiuso". E i prossimi giorni potrebbero essere cruciali per capire se questi segnali di apertura si consolideranno. Mercoledì a Roma ci sarà l'atteso incontro tra papa Francesco e Trump e Prodi non nasconde la propria curiosità: "Sono le due personalità più differenti oggi al mondo. Pagherei chissà che cosa per essere presente. E' probabile che si fermino a considerazioni di carattere generali e che alla fine il Papa si limiti a dire che pregherà per Trump. Ma vista l'imprevedibilità dei due, l'incontro potrebbe riservarci sorprese".