"Con il tedesco entrano in 4, massimo 5 forze parlamentari, è un meccanismo che riduce il numero dei partiti ed elimina il potere di ricatto e veto dei piccoli, è un fatto positivo, capisco che tanti piccoli non sono contenti, è umano ma prima viene l'interesse dell'Italia. Senza lo sbarramento del 5 non c'è più accordo sul tedesco". Così Matteo Renzi a 'Ore Nove-Il punto della giornata', approfondimento a cura del Pd, parlando della legge elettorale.
"Non mi pongo il tema di quando si vota ma non andare a votare vuol dire non avere un sistema democratico, ricordo che si vota a Malta poi in Uk, a settembre in Germania poi in Austria e tutti hanno le stesse regole e non hanno il problema di mandare la legge di stabilità in Ue", ha proseguito Renzi evidenziando che "il tema del voto non si pone sulla base della legge elettorale ma sulla base di che tipo di manovra vogliamo fare. La mia idea è diversa da quella di Monti perchè la cultura dell'austerity ha creato un aumento dei disoccupati e a me interessa ridurlie. Sei mesi prima o dopo sulla data delle elezioni non cambia niente, la manovra va fatta e noi lavoreremo insieme a Gentiloni per capire quale manovra va fatta".
La proposta del Pd sul sistema tedesco è stata approvata ieri dalla direzione Pd. Si sono astenuti 33 membri, tra i quali gli esponenti della mozione Orlando. "Noi siamo contrari alla proposta di legge, riteniamo vincolante la decisione della direzione ma chiediamo un approfondimento dei gruppi", ha detto Andrea Orlando annunciando la decisione di astenersi.
"La soglia al 5% è un elemento inamovibile del sistema tedesco e deve restare un altro elemento chiave, la scheda deve avere i nomi. Sono due elementi cardine", ha sostenuto invece il segretario. "La banale semplificazione dell'inciucio con Berlusconi è talmente stancante da aver perso anche l'elemento di divertimento iniziale" ha aggiunto in merito all'accusa di puntare con il sistema tedesco all'intesa con il Cavaliere.
"Quando si vota non è un problema che dobbiamo affrontare qui adesso. Noi dobbiamo affrontare un tema diverso, quando si vota la legge elettorale" ha anche detto Renzi ricordando come i capigruppo tra Pd e FI abbiano concordato che l'ok alla legge debba arrivare entro il 7 luglio. "Vi propongo di votare la relazione con il consenso del Pd per andare ad accettare il sistema tedesco con quella indicazione sulla data entro la prima settimana di luglio, perché altrimenti non si fa più". E' quanto propone Renzi alla Direzione Pd. "Io non sono un entusiasta di un sistema proporzionale con soglia al 5%" ma "la nostra serietà è quella di offrire al Paese un sistema che abbia un consenso più ampio possibile", ha puntualizzato.
LA DIRETTA della DIREZIONE PD
Il sistema tedesco "non è il mio modello, il punto chiave del sistema tedesco è che noi siano davanti al bivio di una soluzione che porta alla pacificazione istituzionale, con l'80 per cento dei partiti che lo vuole e porta il paese a ordinato svolgimento del passaggio elettorale senza forzature" ha proseguito Renzi. "Sostenere il governo Gentiloni è sostenere noi stessi, quando si vota lo si decide nei luoghi competenti ma la legge elettorale va fatta non perché abbiamo impazienza di andare a votare ma perchè è condizione di serietà del patto con il Capo dello Stato e con i cittadini" ha riflettuto il leader del Pd aggiungendo però che "in democrazia capita di votare" e "sostenere che il voto costituisce una minaccia è una tesi suggestiva che non suggerirei ai giovani".