"Grazie, sono lusingatissimo," ma "faccio un altro mestiere. Non sono fatto per le gerarchie".
Piero Angela, risponde così - in un'intervista al Corriere della Sera - all'appello lanciato dal Foglio per chiedere al Capo dello Stato di nominarlo senatore a vita. "Alla Rai ho rifiutato, negli anni, la direzione di un telegiornale e di una rete... Non sono fatto per certi ruoli", aggiunge.
"La politica - dice Angela, ricordando quanto scritto in un suo recente libro - nei secoli e nei millenni, non ha mai concretamente migliorato le condizioni di vita della gente comune. Non ha mai prodotto ricchezza né benessere", invece tutto è cambiato quando, sulla scena del mondo, sono apparse le macchine e l'energia" e "oggi la politica può essere molto importante solo se favorisce questo processo: cioè gestire e distribuire bene la ricchezza che nasce da tecnologia ed energia. Ma se le maggioranze cambiano continuamente, si litiga e si parla solo di legge elettorale, nessun progetto vero diventa possibile". A suo avviso, il miglior capitolo della politica italiana è stato "indubbiamente il dopoguerra. Lo spirito era diverso e, magari in modi anche rozzi, si cercava di ricostruire puntando sul progresso dell'intero Paese. Anche la classe politica ragionava così. Infatti si arrivò al boom, al benessere. Poi è andata com'è andata". Oggi vede "un quadro in cui domina una distruttiva litigiosità", "un continuo, direi patologico, gioco al massacro... una costante distruzione dei progetti degli altri".