E' la terza volta che viene posta la questione di fiducia su una legge elettorale dall'avvento della Repubblica in poi. La prima fu nel 1953 e fu posta dal governo di Alcide De Gasperi il 21 gennaio alla Camera, con la seduta che si concluse con dei "tumulti" in Aula. Al Senato la legge passò la domenica delle Palme, il 29 marzo, senza ricorso alla fiducia. Si trattava di quella che l'opposizione definì legge truffa, che assegnava un premio di governabilità al partito che superava il 50% dei voti validi. Nelle elezioni dello stesso anno il meccanismo non scattò e l'anno successivo la legge fu abrogata.
In tempi assai più recenti fu il governo Renzi a porre la fiducia sull'Italicum nell'aprile 2015. Tecnicamente le fiducie poste furono tre, una per ciascun articolo e furono votale la prima il 29 aprile e le altre due il 30. Il 4 maggio l'Italicum fu approvato a scrutinio segreto con 334 voti a favore, 61 contrari e 4 astenuti.
Tra la legge del 1953 e l'Italicum, altre due riforme elettorali sono state approvate invece senza ricorso alla fiducia: il Mattarellum nel 1993, votato da una maggioranza trasversale, e il Porcellum nel 2005, con i soli voti della maggioranza di centrodestra (Fi, An, Lega, Udc, NPsi e Pri). La legge fu approvata definitivamente in Senato con 160 si.