Continua al vetriolo la campagna elettorale con Berlusconi, Renzi e Di Maio che non si risparmiano colpi. Intanto il Cavaliere esclude al momento le 'larghe intese' in caso non ci sia una maggioranza dopo il voto mentre Matteo Renzi mette la sua asticella: per il Pd si potrà parlare di vittoria in caso sia il primo gruppo parlamentare. Continuano le polemiche dopo il raid razzista di Macerata.
Berlusconi e l'inciucio - "Io non sono d'accordo con la parola inciucio: in Germania c'è una coalizione fatta alla luce del sole che va distinto da un accordo segreto. Non ci sarà nessuna possibilità di andare a fare una coalizione con questo Pd, se non ci sarà sarebbe necessario ritornare alle urne". Lo afferma Silvio Berlusconi ospite ad Agorà a chi gli chiede se il 18 sarà presente alla manifestazione della Meloni "anti inciucio". Intanto aver 'scavalcato' Matteo Salvini sulla questione dei migranti, il Cav sembra abbassare i toni. L'ex premier si dice favorevole alla proposta della senatrice a vita Liliana Segre di cancellare la parola razza dalla Costituzione. "Io penso di sì. Gli italiani non sono razzisti, siamo ospitali. Non c'è un clima generale di odio - replica a chi gli chiede se sia d'accordo - ma qualche persona fuori di testa come il signore di Macerata che in questo clima ci sguazza". "E' una cosa - ha detto Berlusconi - direi incomprensibile: solo uno squilibrato può fare una cosa del genere, non ci vedo nulla di politico perché la politica non porta a queste follie".
Renzi e l'asticella del voto - "Ci vuole molta serietà e buonsenso: se il Pd è primo gruppo parlamentare, abbiamo vinto le elezioni, se non lo è, non abbiamo vinto. Per me la differenza tra vittoria e sconfitta lo fa se siamo o no il primo gruppo parlamentare". Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi a Repubblica. Cosa succede il 5 marzo se i Dem non sono il primo gruppo? "Ne parliamo il 5 marzo", risponde. E scherza, con riferimento al referendum: "Già una volta ho detto che mi sarei dimesso in caso di sconfitta e non è andata bene...".
"Vorrei che ci fosse in campo tutta la squadra che non pensa al 5 marzo ma pensa al 4 marzo, a vincere, difendendo" le posizioni "centimetro dopo centimetro. Se recuperiamo 2-3 punti rendiamo contendibili il 60% dei collegi", dice il segretario del Pd Matteo Renzi dal palco dell'Eliseo di Roma per la presentazione delle candidature Dem alle prossime elezioni politiche.
E su Macerata - "Non sono i pistoleri - ha detto Renzi - a garantire la sicurezza in Italia. Bisogna investire su Carabinieri e Poliziotti. Noi proponiamo l'assunzione di diecimila uomini perché chi oggi strizza gli occhi ai pistoleri, ha bloccato le assunzioni". "Prima di tutto - aggiunge - c'è l'Italia, la difesa dell'Italia e gli italiani e quelli li difendono sono le forze dell'ordine, non i pistoleri che sparano all'impazzata"."Berlusconi - ha attaccato ancora Renzi - dice che i migranti in Italia sono una bomba sociale? Ma l'immigrazione dipende da due fattori: coi trattati di Dublino ogni Paese gestisce l'immigrazione da solo, ma quegli accordi che ora Berlusconi contesta li ha firmati lui nel 2003. E se in Italia arrivano i migranti è perché qualcuno ha fatto la guerra in Libia e il presidente del Consiglio era Berlusconi".
Luigi Di Maio va all'attacco di Berlusconi sul tema migranti - Il leader del M5S, Luigi di Maio, appena giunto a Sassari si è scagliato subito contro Silvio Berlusconi: "Sull'immigrazione si propone come salvatore della Patria, quando è il traditore della Patria", ha detto prima di entrare nella sala del Moderno per incontrare gli elettori. "La bomba sociale sull'immigrazione l'ha creata Berlusconi bombardando la Libia, firmando il regolamento di Berlino e facendo business sugli immigrati con la sinistra. Chiedo agli italiani un po' di memoria su quello che questo signore di 81 anni ha fatto quando era al governo", ha concluso Di Maio.
Anche Matteo Salvini torna ad attaccare. E stigmatizza quanti (lo ha fatto la presidente della Camera Laura Boldrini, ad esempio) hanno parlato di 'cattivi maestri' che hanno contribuito ad alimentare il clima nel quale è maturata la decisione di Luca Traini di dar vita a un raid razzista. "Sto raccattando molti insulti. Parlare di Salvini come 'cattivo maestro' - ha detto a Omnibuis - porta alle Brigate Rosse. Starei attento a usare queste parole. Rievocare quel tempo non e' intelligente, meglio connettere la testa con la bocca".
E, sempre su quanto accaduto a Macerata, Giorgia Meloni sottolinea: "Non condivido niente, non è la mia Italia quella che spara agli innocenti, così si fa l'esatto contrario di quello che si vuole, penso che sia legittimo dire che l'immigrazione incontrollata va regolata e c'è un problema tra l'immigrazione incontrollata e il problema sicurezza. Ma le Istituzioni non possono fare le omertose sui reati degli immigrati".