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L'analisi/ 29 marzo: Pasqua di riflessione poi tutti al Colle

Ma il primo giro non basterà

Una Pasqua di riflessione poi tutti da Mattarella. Le consultazioni tanto evocate iniziano mercoledì e si svilupperanno in soli due giorni. In effetti non sono molti i gruppi parlamentari da "confessare" e i big si presenteranno al Quirinale giovedì. Si aprirà la mattina con l'inquieto Pd, per poi veder salire al Colle Forza Italia, la Lega e quindi un gran finale con i Cinque stelle.
    Il primo dato che si ricava dal calendario è la conferma di un centrodestra che affronta le consultazioni diviso: in effetti Silvio Berlusconi e Matteo Salvini non sembrano proprio in sintonia e rappresenteranno al presidente della Repubblica umori diversi. Il secondo dato da non sottovalutare è che l'atteso faccia a faccia tra Salvini e Di Maio avverrà prima del confronto con Mattarella, tra martedì e mercoledì. E forse non è un caso che il Quirinale abbia scelto di far partire le consultazioni da mercoledì: in questa fase anche un giorno in più può significare molto nella strada verso il Governo.
    Intanto continuano le schermaglie tra Lega e Cinque stelle anche se in molti all'interno dei due schieramenti continuano a essere convinti che alla fine la quadratura del cerchio Salvini e Di Maio la sapranno trovare. Ne è conferma anche l'attivismo di "pontieri" ed ambasciatori che continuano a tenere contatti indiretti tra i due leader.
    Al Colle si dà per certo che il primo giro di consultazioni non basterà e, ad oggi, viene considerata irrealistica l'ipotesi che già la settimana prossima si possa concretizzare un incarico a chicchessia per tentare la strada dell'esecutivo. Molto, molto probabile che il primo giro vada a vuoto e che Mattarella sia costretto a ripetere i colloqui la settimana seguente. L'effetto tempo sarà determinate in questa crisi e tempo viene chiesto senza ipocrisie a Mattarella. Più o meno da tutte le forze politiche. Il Quirinale peraltro non ha fretta: d'altronde i mercati sono tranquilli ed è passato meno di un mese dalle elezioni. Siamo assolutamente nei tempi fisiologici di una formazione di Governo. Il presidente quindi si appresta a incrociare le richieste dei partiti partendo da una considerazione persino ovvia: l'incarico sarà dato a chi ha più chanche di riuscire a trovare una maggioranza parlamentare. Ed essendo la discussione di queste ore bloccata più sulla premiership che sui programmi è evidente che Mattarella chiederà ai big non solo con chi vorrebbero governare ma anche quale sia la figura che può rappresentare un collante di maggioranza. Di Maio o Salvini? O forse meglio, una figura terza che garantisca entrambi.
    Pasqua importante quindi, da passare con le famiglie pensando al Paese più che al proprio schieramento. Pasqua di chiarimento anche per un attore che sembra fuori dalla contesa ma non lo è.
    Il Pd, dove ormai il chiarimento è inevitabile. Rimasti ai margini della battaglia parlamentare per le presidenze e le vice presidenze, i Dem sono sempre la seconda forza del Paese, corteggiati dai Cinque stelle e osservati con attenzione dal Quirinale. Restano indubbiamente una risorsa che potrebbe esprimersi in caso di blocco totale, di ritorno al voto. Voto che temono un po' tutti ma vivono con una scala del dolore diversa: bassa per Lega e Cinque stelle che potrebbero vedersela tra loro in una sorta di ballottaggio che tanto sarebbe servito all'Italia; alta per Silvio Berlusconi, leone ferito del centrodestra; altissima per un Pd ancora alla conta dei rapporti di forza interni. 
   

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