Tensione nel Pd dopo l'apertura del Movimento cinque stelle al dialogo con la Lega o i Dem ma soprattutto in vista dell'assemblea del 21 aprile. Richiama all'ordine il coordinatore della segretaria Lorenzo Guerini. "Io - sottolinea interpellato al telefono - consiglierei a tutti, a partire da me stesso, di darci una calmata. Siamo dentro una complicata fase d'avvio di legislatura in cui emerge con chiarezza l'arrogante debolezza dei presunti vincitori. Nello stesso tempo abbiamo davanti a noi, come Pd, scelte importanti che affronteremo in assemblea. Discutere se arrivare in assemblea con la decisione di indire il congresso o con l'elezione di un nuovo segretario non è una forzatura, ma rispetto dello statuto".
"Chiedo di fermare discussioni e polemiche sbagliate e di rimanere concentrati sul nostro lavoro", è l'appello anche di Maurizio Martina. "Continuo a pensare - evidenzia - che al Pd non servano conte interne e penso che l'Assemblea debba essere il momento della consapevolezza e del rilancio". "Chiedo unità e offro collegialità, perché abbiamo bisogno di questo e non di dividerci. Penso che lealtà e autonomia siano impegni essenziali per chi deve guidare una comunità. Il tema non è un reggente o un candidato, ma il futuro del nostro progetto. Quindi prima di tutto le idee".
Delrio, no ad accordo con m5s, sarebbe trasformismo - "Non è un problema personale quello con i 5 stelle, la questione è che bisogna essere seri, non siamo minoranza per capriccio e oltretutto abbiamo idee diverse rispetto ai 5 stelle su temi sostanziali sottoposti al giudizio degli elettori". Con queste parole il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio, parlando a Radio Anch'io, spiega il no dei Dem ad un accordo di governo con il partito di Di Maio aggiungendo che da un punto di vista tecnico una intesa con il Movimento sarebbe definito "trasformismo". Delrio parla di "ricette diverse" e che con quelle del "centrodestra e dei 5 stelle l'Italia peggiorerà". "Se ci sarà un governo M5s-Lega vuol dire che ci sono convergenze programmatiche e credo che ci siano su diversi punti, lo temo per l'Italia", continua Delrio che aggiunge: "Gli elettori non vanno presi in giro, la politica è anche serietà con promesse da mantenere".
Orlando: Renzi lasci lavorare Martina o ritiri le dimissioni - "Renzi deve decidere: se ritiene che la colpa della sconfitta non sia sua, ma mia o dei cambiamenti climatici ritiri le dimissioni. Se invece si assume una quota significativa di responsabilità, la cui conseguenza sono le dimissioni, deve consentire a chi ha avuto l'incarico pro tempore di esercitarlo, altrimenti non riparte l'iniziativa e la ripresa dei rapporti del Pd con la società". Lo dice il ministro e leader della minoranza Pd Andrea Orlando, lasciando Palazzo Chigi al termine del Cdm. Orlando commenta la riunione di Renzi con i suoi di ieri a Roma: "Bisogna fare chiarezza e l'episodio di ieri credo non contribuisca ad andare in questa direzione".