"Il mandato esplorativo che mi ha affidato il presidente della Repubblica ha avuto un esito positivo, si conclude qui oggi", ha detto il presidente della Camera Roberto Fico, al termine dell'incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
"Aspettiamo - prosegue il presidente della Camera Fico - anche la direzione del Pd ma il concetto fondamentale è che il dialogo è stato avviato ". "Io penso - ha aggiunto - sia importante ragionevole e responsabile restare sui temi e sui programmi che è quello che chiedono i cittadini".
I Dem con Maurizio Martina hanno sottolineato i passi in avanti di M5s, ma anche le diversità rispetto ai pentastellati e fatto sapere che sarà la direzione del Pd a decidere la linea da tenere rispetto al confronto avviato. Luigi Di Maio, dal canto suo, è tornato a chiudere con la Lega. "Accordo col Pd o si torna al voto", ha detto.
"Se si riescono a fare le cose, bene. Altrimenti si torna al voto. Io pero chiedo uno sforzo al Pd", ha detto Di Maio al termine del colloquio della delegazione M5s con Fico. "Capisco - ha detto ancora - chi nel M5s dice 'mai col Pd' e chi dal Pd dice 'mai col M5s' ma qui non si tratta di andare insieme, non si tratta di negare le profonde differenze o le divergenze, nel passato o nel presente, si tratta di cominciare a ragionare in un'ottica che non è di schieramento". "Non so - ha detto ancora - come andrà, ce la metteremo tutta: spero si possa scrivere un contratto all'altezza delle aspettative degli italiani e poi i nostri iscritti valuteranno", così come "con i loro tempi che rispettiamo gli organi" del Pd faranno le loro valutazioni. Infine, un attacco a Berlusconi: "Bisogna mettere mano - ha detto il Cav - a questo continuo conflitto di interesse che c'è in Italia. Penso ad esempio al fatto che Berlusconi usando le sue tv continua a mandare velate minacce a Salvini".
Di Maio evoca discontinuità. Renziani irritati - "Non ci si può fossilizzare sull'idea di difendere per partito preso tutto quello che hanno fatto i governi in questi anni: dal voto del 4 marzo sono emerse delle richieste chiare sui problemi del precariato, sugli insegnanti che devono fare mille chilometri per andare a lavorare, sulle grandi opere inutili". Luigi Di Maio pronuncia queste parole nel suo intervento al termine dell'incontro con il presidente della Camera Roberto Fico. E nel Pd la frase non passa inosservata e viene presa come una richiesta di discontinuità irritando più di un dirigente renziano. Un altro passaggio poco apprezzato è quello in cui Di Maio fa un distinguo tra i Dem: "Chiedo uno sforzo al Pd - afferma il capo del M5s - non si può chiedere al Movimento 5 stelle di negare le battaglie storiche...ho visto alcune dichiarazioni in questi giorni" di esponenti del Pd, "e non mi riferisco alla linea espressa dal segretario Martina, che apprezziamo".
LA DICHIARAZIONE M5S
IL PD - Il Pd riconosce il "passo" di M5s di chiudere il confronto con la Lega, ma "al tempo stesso non nascondiamo le differenze tra noi, è giusto dirlo per serietà e responsabilità". "Ci interessa - ha detto Martina - dare una mano a questo Paese in una fase delicata della storia istituzionale e politica. Se siamo arrivati fino a qui è perché altri hanno fallito, per 50 giorni assistito a diversi tentativi che non hanno prodotto un esito utile. Questo lavoro lo facciamo con spirito di servizio e nel solco degli indirizzi dati dal Presidente Mattarella".
"Abbiamo deciso di convocare la direzione nazionale Pd il 3 maggio prossimo per decidere se e come accedere a questo confronto da comunità collettiva. Insieme discutiamo e poi insieme lavoriamo".
LA DICHIARAZIONE DEL PD