"Il potere non ha mai amato l'informazione ma oggi l'idea è saltare la mediazione della stampa con i cittadini, e presentare questo come una novità. E' una truffa per ottenere una propaganda senza filtro". Lo ha detto il direttore di Repubblica Mario Calabresi, in apertura dell'incontro a ingresso libero organizzato dal quotidiano "Liberateci dalla stampa, la tentazione del nuovo potere globale", in corso al Teatro Brancaccio di Roma.
Prima dell'inizio degli interventi la platea piena ha tributato una standing ovation all'ingresso in sala di Eugenio Scalfari. Cercare di escludere la stampa "non l'ha inventato ne' Trump, ne' Beppe Grillo - ha aggiunto Calabresi, ricordando episodi avvenuti con Obama e Renzi -. Avete mai visto una conferenza stampa di Grillo? Sul suo blog esiste un tariffario per le interviste. Salvini occupa i social 24 ore al giorno". Si sta cercando di eliminare, ha ricordato, la mediazione dell'informazione in tutto il mondo, dal Brasile con Bolsonaro all'India con Modi, alle Filippine con Duterte "che ha coniato per Maria Ressa (di cui è stata proposta una video intervista), giornalista che indaga sulle ingiustizie nel Paese, il termine 'press-titute, molto simile al recente 'giornalisti puttane'". Oggi "rispetto al passato si è fatto un passo in avanti. Mai prima d'ora il potere aveva cercato non solo di non rispondere ai cittadini ma di rivolgersi a loro per convincerli che è la stampa a tradirlo, a mentirgli. Certo anche la stampa ha le sue colpe, forse abbiamo difeso troppo lo status quo, ma non può essere una giustificazione a questa guerra che si vuole del popolo contro i media".
Al convegno "Liberateci dalla stampa: la tentazione del potere globale": una mattinata di incontri interamente organizzata da Repubblica con giornalisti, scrittori, ospiti internazionali e personalità della cultura per parlare di libertà di stampa e delle tattiche dei nuovi potenti contro l'informazione. Sul palco Mario Calabresi, Ezio Mauro, Lucia Annunziata, Massimo Giannini, Marco Damilano. Con i contributi video di Roberto Saviano e Vittorio Zucconi.