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Manovra, Di Maio: 'Se regole valgono per tutti anche caso Francia'

Conte: 'Il nostro non è il libro dei sogni'. Tria: 'Ok reddito e pensioni, qualche mese per farle'

Le misure annunciate ieri dal presidente francese Macron "secondo i nostri calcoli non si sposano con il rapporto deficit/pil annunciato, quindi dovranno per forza aumentare il deficit e si aprirà anche un caso Francia, se la regole valgono per tutti". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio dopo il tavolo con le imprese, aggiungendo però: "Noi non lo speriamo".

"La situazione è questa: in Francia per ora abbiamo un discorso, in Italia abbiamo una bozza di bilancio". E' quanto riferiscono fonti comunitarie, interpellate sul possibile impatto di un eventuale sforamento del deficit francese sulla trattativa in corso tra Roma e Bruxelles sulla manovra.

Il premier francese Edouard Philippe ha riconosciuto che le misure annunciate dal presidente Emmanuel Macron per disinnescare la rabbia dei gilet gialli avranno "un impatto in termini di deficit nel 2019". Intervenendo in Parlamento, ha poi aggiunto che bisogna "fare in modo che la spesa pubblica sia tenuta sotto controllo. Dovremmo prendere delle misure che non aumenteranno la spesa". Dopo gli annunci di Macron, il deficit francese potrebbe schizzare al 3,5% nel 2019 contro il 2,8% previsto, secondo alcune stime.

Reddito di cittadinanza e pensioni restano
"ma le misure tecnicamente richiederanno qualche mese per essere realizzate". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giovanni Tria precisando che "la manovra non verrà rivoluzionata".  "Ormai siamo arrivati, - ha annunciato Tria al Welfare Italia Forum 2018 - entro la giornata si arriverà a determinare quali sono i possibili saldi e poi ci sarà la decisione politica". 

Secondo il ministro, "è possibile evitare la procedura di infrazione. Si tratta di prendere decisioni politiche rispetto a varie alternative. Oltre alle risorse che arriveranno dal minor costo del reddito di cittadinanza e di quota 100 sono possibili altri tipi di risparmi e correzioni, che si stanno studiando. Tutto questo può portare a un mutamento dei saldi".

 Conte, a Bruxelles non con libro sogni ma riforme - "Non andrò a Bruxelles con il libro dei sogni ma con lo spettro completo del progetto riformatore del governo: mi confronterò sui numeri consapevole che la manovra risponde a esigenze del Paese ma entro i vincoli europei". Lo afferma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso delle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue e dell'Eurosummit del 13 e 14 dicembre. 

"Siamo nel mezzo di un confronto serrato - aggiunge il premier - che confidiamo leale e paritario, nell'auspicio che si possa trovare punto di equilibrio e convergenza. Resto fiducioso del buon esito" della trattativa con la Ue perché "in gioco in questo momento c'è molto di più dei saldi finali ma l'idea stessa di rappresentanza politica, il senso del nostro ruolo e della nostra missione"

 "Occorre superare un rigorismo miope che pretende di combattere un'instabilità con misure che finiscono per favorirla. L'Europa deve perseguire un rapporto equilibrato tra riduzione e condivisione del rischio" afferma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Al Consiglio europeo si dovrà tenere in considerazione l'orizzonte politico di un'Europa in rapida evoluzione, dove è sempre più chiara esigenza dei cittadini di poter contrare su istituzioni sempre più attente all'equità. Per questo puntiamo a una Europa più equa e più sicura".

"Quanto al completamento dell'unione bancaria" la posizione italiana è che ci sia una "riduzione del rischio finalmente accompagnata dalla mutualizzazione dello stesso. Comprendiamo, se ritenuto ineludibile, un differente timing" per i due meccanismi ma "un nuovo rinvio delle decisioni sullo schema assicurativo sui depositi è un segnale di un'Europa che si fa condizionare dai mercati piuttosto di tentare di indirizzarli" precisa il premier.

"Il Consiglio dovrà esaminare passi concreti in merito a quanto deciso alla riunione di giugno - prosegue Conte -: chiedo ai partner europei una gestione della migrazione veramente europea. L''onere degli sbarchi non può gravare solo sui Paesi d'arrivo. Occorre avere un coordinamento europeo: sui salvati in mare - aggiunge - serve sforzo congiunto, quindi una reale redistribuzione in cui i Paesi si facciano carico di sforzo condiviso, non lasciando soli i Paesi d'arrivo. Terzo punto, sui rimpatri dei salvati in mare dai Paesi d'origine, serve una europeizzazione dei rimpatri".

 

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