Dopo la sospensione dello scorso 19 febbraio, torna a riunirsi il consiglio d'amministrazione di Telt, la società italo-francese responsabile della realizzazione e della gestione della futura Torino-Lione. Intanto non si placano le tensioni sull'opera. "Alla luce di quanto emerso negli ultimi giorni, è evidente che la Tav non si farà", dice il sottosegratrio agli Esteri M5s Manlio Di Stefano.
Partono avvisi Tav
All'ordine del giorno la conclusione della discussione sui bandi di gara da 2,3 miliardi per lo scavo del tunnel di base. Che, "in assenza di atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario", darà via libera alla pubblicazione degli 'avis de marchés", gli inviti a presentare candidatura per gli interventi dei lotti francesi della galleria.
Il finale è già scritto nella lettera con cui la società - costituita a Parigi il 23 febbraio 2015 con una partecipazione delle quote al 50% tra Ferrovie dello Stato italiane e Stato francese - ha annunciato al premier Conte l'intenzione di avviare la prima fase di candidatura.
Una scelta obbligata per non perdere 300 degli 813 milioni di euro della prima tranche di contributi comunitari. E per non incorrere in eventuali responsabilità, civili e amministrative.
Il presidente di Telt, Hubert du Mesnil, sarà a Parigi con gli altri componenti francesi del cda, ovvero Vincent Lidsky, Marie-Line Meaux, Laurent Pichard e Bruno Dicianni. A Parigi ci sarà anche l'italiano Mario Virano, che di Telt è il direttore generale, mentre in collegamento da Roma ci saranno gli italiani Oliviero Baccelli, Roberto Mannozzi, Stefano Scalera e Paolo Emilio Signorini.
Partecipano al consiglio d'amministrazione, ma non hanno diritto di voto, i tre osservatori, rappresentanti rispettivamente della Regione Piemonte, della Auvergne-Rhone-Alpes e della Commissione Europea.