Nel sangue di Imane Fadil, la testimone chiave delle inchieste sul caso Ruby, era presente un'alta concentrazione di alcuni metalli, in particolare il cadmio e l'antimonio, ha rivelato il procuratore capo di Milano Francesco Greco sottolineando che l'antimonio era presente con un valore di quasi tre volte superiore e il cadmio urinario di quasi sette volte superiore il range normale. Prima di pronunciarsi definitivamente sulla vicenda, ha aggiunto il procuratore, "attendiamo l'esito dell'autopsia". La donna era invece risultata negativa anche ai test sui veleni più comuni, in particolare l'arsenico.
I pm milanesi stanno ascoltando in procura il direttore sanitario dell'Humanitas, dove la 34enne è morta lo scorso 1 marzo.
In programma in questi giorni ci sono molte audizioni di testimoni.
"Non farla vedere a nessuno". E' la scritta a mano che compare sul fascicolo dell'obitorio di Milano dove si trova il corpo di Imane Fadil. La frase, apposta da uno degli addetti del Comune, riporta l'ordine della Procura di non fare avvicinare nessuno, nemmeno amici e parenti, al cadavere della modella.
E' dunque ancora fitto il giallo sulla morte di Imane Fadil, teste del processo Ruby che l'ex premier Berlusconi ha negato di conoscere.