Nel primo giorno in Marocco, accolto festosamente dalla popolazione locale malgrado l'arrivo sotto la pioggia, papa Francesco oltre a richiamare alla "solidarietà" tra le religioni per la costruzione di ponti e la messa all'angolo di ogni fanatismo e fondamentalismo, firma un importante appello comune con il re Mohammed VI per Gerusalemme "città santa e luogo di incontro". Un'iniziativa che chiama a considerare il particolare status della città, in senso "multi-religioso" per le tre fedi monoteiste, contro possibili nuove tensioni in seguito al trasferimento a Gerusalemme di ambasciate e l'implicito riconoscimento come capitale d'Israele.
Il Papa e il sovrano del Marocco, tra i più impegnati contro le derive estremistiche dell'Islam, "riconoscendo l'unicità e la sacralità di Gerusalemme e avendo a cuore il suo significato spirituale e la sua peculiare vocazione di Città della Pace", chiedono nel loro appello firmato insieme a Palazzo reale di "preservare la Città santa di Gerusalemme come patrimonio comune dell'umanità e soprattutto per i fedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica". Vanno "conservati e promossi il carattere specifico multi-religioso, la dimensione spirituale e la peculiare identità culturale di Gerusalemme", affermano i due leder, auspicando che "nella Città santa siano garantiti la piena libertà di accesso ai fedeli delle tre religioni monoteiste e il diritto di ciascuna di esercitarvi il proprio culto".
Prima del faccia a faccia a Palazzo reale, il Papa parla al popolo marocchino, alle autorità e alla società civile sulla grande spianata della Tour Hassan, che domina Rabat, davanti a 12 mila persone, mentre 130 mila lo seguono sui maxischermi, ed esprime "gratitudine che si trasforma in importante opportunità per promuovere il dialogo interreligioso e la conoscenza reciproca tra i fedeli delle nostre due religioni, mentre facciamo memoria - 800 anni dopo - dello storico incontro tra San Francesco d'Assisi e il Sultano al-Malik al-Kamil".
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