Incontro di 45 minuti a palazzo Chigi tra il leader M5s Luigi Di Maio e il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Al centro del colloquio, la situazione politica generale e un primo confronto sui prossimi obiettivi di governo. E su Gregoretti maggioranza unita: Italia Viva voterà a favore dell'autorizzazione al processo contro Salvini.
Al via verifica maggioranza - In una grigia mattina di gennaio inizia il lungo percorso della verifica di governo. E' un inizio a sorpresa perché a Palazzo Chigi si vedono Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, i leader dei principali partiti della maggioranza. Una nota congiunta - un inedito nella breve storia del governo giallorosa - certifica il "clima molto positivo e costruttivo" dell'incontro, durato circa quarantacinque minuti. Incontro non certo scontato, che potrebbe dare il via ad una vera e propria svolta nella stabilità della maggioranza in vista del cammino sui carboni ardenti di gennaio. Già, perché Di Maio e Zingaretti non si vedevano da mesi. E il vertice, benedetto dal premier Giuseppe Conte, segna la ripresa di un filo diretto tra i due leader dopo un dicembre in cui, dal leader M5S, non mancavano critiche e ultimatum all'alleato di governo. "C'è stato un primo confronto sul percorso da avviare per definire i prossimi obiettivi di governo", si legge nella nota congiunta del M5S e del Pd. Di fatto, Di Maio e Zingaretti fanno un primo giro d'orizzonte sui punti in comune da portare nel cronoprogramma che, da qui alla fine di gennaio, il governo è chiamato a mettere nero su bianco per rilanciare la sua agenda. Ma c'è un altro argomento, spiegano fonti della maggioranza, di cui i due leader parlano: la legge elettorale. E le posizioni in fondo sono molto vicine su un impianto che, in linea di massima, si inquadra in un sistema proporzionale. Al tavolo c'è un convitato di pietra: Matteo Renzi. E non è un caso. Perché Di Maio e Zingaretti, con il faccia a faccia, rinsaldano di fatto l'asse tra Pd e M5S rispetto proprio alla posizione di Italia Viva. Con un obiettivo: sminare le sortite dei renziani, spesso non linea né con i Dem, né con i pentastellati. Così, la reazione del coordinatore di Iv, Ettore Rosato, alla notizia dell'incontro, è a dir poco velenosa. "Evidentemente era un incontro di cui avevano bisogno per problemi interni o per bisogno di visibilità. Quindi per noi "no problem"", osserva il parlamentare triestino. Allo stesso tempo, Di Maio lancia un avviso al dissenso interno in uno dei momenti più critici del Movimento: la linea - ampiamente sostenuta da Beppe Grillo - è quella di proseguire con il governo. Una linea che, inevitabilmente, taglia fuori oltre a Gianluigi Paragone anche Alessandro Di Battista.