Nell'emergenza Covid i primi soldi stanziati sono stati quelli per la Caritas e il Banco Alimentare. Eravamo a metà marzo e il Paese, in un incubo imprevisto, si è ritrovato chiuso in quel lockdown che per molti significava non portare più i soldi a casa a fine giornata. La fila dei tanti poveri già ‘clienti’ di mense e empori solidali si è allungata anche di persone che mai avrebbero immaginato di dover chiedere un pacco alimentare alla Caritas.
La Conferenza Episcopale Italiana ha messo mano al suo Fondo dell’8 per mille per riempire quelle prime buste della spesa. Poi gli stanziamenti per gli ospedali dove non c’erano respiratori a sufficienza, le mascherine per i volontari ma anche per i senzatetto. Gli aiuti per rimpinguare gli empori della solidarietà, i tablet per consentire la didattica on line anche ai ragazzi delle famiglie in difficoltà. Il sostegno all’Africa e alla Siria dove la pandemia si è sommata a difficoltà ataviche legate alla povertà da una parte e alla guerra infinita dall’altra.
Ad oggi i progetti finanziati sono decine per un importo di poco inferiore ai 238 milioni di euro. Ora la preoccupazione è per il lavoro: “La crisi delle persone che ora sono senza occupazione non è soltanto economica, ma esistenziale”, dice il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. “Senza lavoro e senza un minimo di sostentamento per le persone e per le famiglie – sottolinea il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve - non ci può essere pace”.