MILANO, 30 GIU - La formazione come nuova sfida, sia per le aziende - in particolare le piccole medie imprese - sia per i consulenti del lavoro. Se ne è parlato durante il dibattito organizzato dal fondo inteprofessionale Fonarcom, durante uno degli incontri che ha chiuso il Festival del Lavoro a Milano. In un mercato del lavoro che cambia sempre più velocemente e che tende sempre più all'automazione e all'innovazione, le figure che le aziende cercheranno nei prossimi anni saranno molto specializzate, ma ad oggi "solo il 20% delle pmi fa formazione regolarmente, una volta all'anno", ha spiegato Mario Moioli, coordinatore di programmazione e sviluppo formazione di Fonarcom. "Un dato certamente migliore rispetto ad altri anni, ma vergognoso rispetto a paesei europei" e per quanto " il 50 % delle grandi aziende italiane faccia formazione, la restante metà invece non la fa con regolarità", ha aggiunto Moioli. In un ottica di risparmio, la formazione è tra le prime voci a cui gli gli imprenditori rinunciano; in realtà "è un investimento, non una spesa, che consente di avere lavoratori insostituibili" e che possano reggere il confronto con "l'automazione e le macchine", ha spiegato Moioli. Per coinvolgere quindi anche le aziende più piccole bisogna puntare, secondo Fonarcom, a strumenti innovativi di formazione come quella "interaziendale", che mantenere "un principio di solidarietà tra piccole e medie imprese, creando una formazione su misura dei lavoratori e delle aziende", ha concluso Moioli. Per Matteo Sacchi, responsabile risorse umane del gruppo Meregalli, gli strumenti di fondi formazione interaziendali "funzionano bene" in azienda e migliorano sia la produttività che il fatturato delle imprese: " abbiamo collaboratori che riescono ad essere autonomi anche su aspetti e ambiti in cui prima ovviamente non lo erano, è un'evoluzione della loro preparazione" e in termini di fatturato "abbiamo registrato incrementi a doppie cifre, da quando facciamo formazione. È conveniente", ha concluso Sacchi. La figura del consulente del lavoro diventa quindi una cerniera tra le aziende, i lavoratori e la formazione: la loro mediazione si rende necessaria "per la semplicità delle procedure, per l'immediatezza e per la flessibilita dell'utilizzo" degli strumenti che riguardano la formazione, ha spiegato il direttore della Fondazione dei Consulenti del lavoro. "Dieci anni fa immaginare che il consulente del lavoro dovesse parlare anche di formazione era impensabile" ha concluso il presidente di Fonarcom, Andrea Cafá. "I numeri oggi ci dicono che molti si sono avvicinati alla formazione e hanno avuto l'audacia e la capacità di portare anche le micro imprese a fare formazione. Le pmi che non fanno formazione rischiano di essere travolte nell' arco di un biennio".
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