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Export: Sace, accordo con Regione Campania su supporto imprese

Decio, d'obbligo guardare a nuovi mercati ma con strategie

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NAPOLI - Un export stabile ma con opportunità di crescita importante in Asia, penisola arabica e Stati Uniti. E' così che Sace (gruppo Cassa Depositi e Prestiti)  fotografa la situazione dell'internazionalizzazione delle aziende della Campania che negli anni della crisi hanno sempre più cercato nuovi mercati per restare a galla e crescere. E proprio per aiutare il tessuto delle pmi campane, Sace firmerà un protocollo d'intesa con la Regione Campania, già approvato in giunta, e sarà presente allo sportello unico per l'internazionalizzazione delle imprese, offrendo prodotti e servizi, come ha annunciato nel corso del convegno dall'assessore regionale Amedeo Lepore. 

L'occasione per guardare le prospettive di export della Regione è arrivata a Napoli nel corso della presentazione del rapporto Sace "L'export della Campania: settori e mercati di opportunità", da cui emerge che, dopo il risultato positivo messo a segno nel 2015 con quasi 10 miliardi di euro di beni venduti (+2,8%), nei primi sei mesi dell'anno l'export campano è rimasto sostanzialmente stabile, orientandosi più verso i mercati europei, pur mantenendo un solido presidio nei mercati emergenti.


Tra i settori più vivaci, nei primi sei mesi del 2016, spiccano gli apparecchi elettronici (+53%) ed elettrici (+27%) e i gioielli (+15%), ma l'export campano poggia soprattutto sul contributo di 5 settori chiave che da soli valgono oltre il 70% delle vendite estere della regione: alimentare (il primo comparto per volumi con un peso sul totale del 26%), mezzi di trasporto (pari al 16,5% dell'export totale), tessile & abbigliamento (oltre l'11%), ma anche i prodotti in metallo (9%) e la farmaceutica (8%) che è l'unico settore core a crescere nel primo semestre, con un tasso del 7%. Cresce però anche, nel settore alimentare, la vendita di prodotti primari, non trasformati, confermando che la fama della Terra dei Fuochi si va dissipando: "Nei prodotti agricoli - ha confermato Alessandro Terzulli, capo economista di Sace - che hanno un peso minore rispetto alla trasformazione agricola, siamo a un +5%, un trend superiore alla crescita nazionale che segna un +3,3%, grazie al retaggio di una crescita che il settore ha avuto negli ultimi anni e all'effetto Expo.


"Allargare gli orizzonti verso nuovi mercati - ha spiegato Alessandro Decio, amministratore delegato di Sace - oggi è una strada obbligata, ma va affrontata con strategie ben calibrate. Siamo pronti, insieme a Simest, a rafforzare il nostro supporto assicurativo-finanziario affinché le aziende campane possano cogliere il grande potenziale di crescita internazionale che hanno ancora davanti a sé soprattutto nei mercati extra Ue".


"In questi anni - ha spiegato Bruno Scuotto, vicepresidente per la piccola impresa di Confindustria - le piccole imprese hanno saputo individuare la strada dell'export e anche se nel 2016 c'è stata una stagnazione, il Mezzogiorno continua a crescere, soprattutto sui distretti che nel sud hanno avuto un +8,5%. Gli imprenditori sanno che devono attrezzarsi ma sanno aqche che l'export fa emergere la fragilità delle pmi e quindi servono strumenti di accompagnamento, come quelli che offre Sace, una cassetta degli attrezzi che porti a spalmare su marketing, comunicazione e servizi". Sotto il profilo dei mercati di destinazione, le previsioni di Sace offrono importanti direttrici di crescita verso un paniere diversificato di mercati sia emergenti sia avanzati, con profili di rischio diversi e in alcuni casi non trascurabili, che possono tuttavia essere affrontati con successo e profitto, puntando su coperture specifiche e un approccio strategico: Emirati Arabi in Medio Oriente, Cina e Giappone in Asia, Stati Uniti nel continente americano, Repubblica Ceca e Polonia in Europa, ma anche Algeria e Tunisia in Africa. Tra le geografie più rischiose per l'export della regione nel 2016, le previsioni segnalano invece Grecia, Libia e Russia. Nel territorio campano SACE, solo nell'ultimo anno, ha servito oltre 900 aziende, in prevalenza Pmi, mobilitando 430 milioni di euro di risorse a sostegno di export e investimenti. Mentre SIMEST è già intervenuta a favore di 140 imprese campane per un totale di circa 136 milioni di euro di operazioni di export e internazionalizzazione.

 

In collaborazione con:
Speciale Sace

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