di Mattia Bernardo Bagnoli
LONDRA - Stragisti brava gente. O per lo meno lui. Che, preso in circostanze normali, è "una persona gradevole". Oslo, venerdì 20, puntata numero cinque della 'versione di Breivik'. Il macellaio di Utoya prosegue nel suo viaggio ai confini della realtà rispondendo docile alle domande dei magistrati. Senza però perdere di vista il 'suo' obiettivo principale. "Non sono un caso psichiatrico", ha detto chiaro e tondo in aula (per la prima volta). "Sono sano di mente". Breivik, infatti, teme più di ogni cosa di vedersi bollato come pazzo: le sue azioni, dice, verrebbero in quel caso sminuite. Timore, a dirla tutta, condiviso anche da molti suoi connazionali (la falange più intellettuale), che hanno visto la prima perizia psichiatrica come un tentativo di "rimuovere" la scomodità del caso-Breivik. Detto male: folli si nasce, non si diventa. Ma lui non ci sta. "Capisco - ha sottolineato - che possa essere difficile per una nazione pacifica come la Norvegia assistere a un'azione così fondamentalista, ma è importante vedere la differenza tra l'estremismo politico e la follia in senso clinico". Cristallino. E il distacco e la freddezza mostrate prima, durante e dopo il massacro come si spiegano? Non è forse un segno classico di psicosi? Ma neanche per sogno. Secondo Breivik si tratta di "un meccanismo di protezione". "Se provassi empatia, crollerei psicologicamente". Dunque si deve tutto a una "strategia di disumanizzazione" iniziata nel 2006. "Credo che prima di allora avessi uno spettro di emozioni abbastanza normale". Poi l'utilizzo della meditazione per annichilire ogni cosa, dalla "paura alla misericordia". Come una specie di Sith - i Jedi del lato oscuro - in salsa norvegese. L'addestramento ha poi coinvolto lo studio delle tecniche usate da altri angeli della morte. Ad esempio Timothy McVeigh, l'americano che nel 1995 fece esplodere un camion-bomba davanti a un edificio federale di Oklahoma City provocando 168 morti e oltre 800 feriti. Breivik ha detto di aver fatto attente ricerche su come McVeigh aveva confezionato la bomba osservando che la componente principale erano i fertilizzanti. Quindi l'IRA e al-Qaida. Che per Breivik è l'organizzazione più efficiente perché ha il vantaggio di "abbracciare il martirio". L'imputato ha quindi precisato che in origine l'attacco al quartiere dei ministeri era l'obiettivo principale ma che, quando il palazzo del governo "non è crollato", la missione di Utoya è salita d'importanza.