Vittoria del Pd in Emilia-Romagna in una tornata elettorale segnata, però, dal flop della partecipazione al voto. Boom della Lega Nord mentre Forza Italia cade in picchiata e il Movimento Cinque stelle perde terreno. Il Pd non perde la Regione rossa per eccellenza ma il partito di Renzi arretra di oltre 8 punti percentuali e centinaia di migliaia di voti rispetto alle europee di appena sei mesi fa.
Il fatto di non essere riusciti nella (inimmaginabile) impresa di strappare la Regione rossa per eccellenza al Pd è, invece, l'unica nota di rammarico per la Lega Nord. Un rammarico che, tuttavia, non può certo nascondere l'entusiasmo per un successo che Alan Fabbri, candidato alla presidenza, ha definito "epocale". La Lega Nord sfiora il 20%, doppia Forza Italia (che resta sotto il 10%) e consente ad un centrodestra in crisi d'identità di non essere sorpassato dal Movimento 5 Stelle.
Nel centrodestra si riduce ulteriormente anche lo spazio del Ncd-Udc, che corre il rischio di restare sotto il 3% e, quindi, di non eleggere nemmeno un consigliere regionale. Il Movimento 5 Stelle perde terreno, ma non c'è un crollo nonostante gli scontri che si sono consumati al suo interno in Emilia-Romagna: aumenta la propria pattuglia di consiglieri (i due eletti nel 2010 sono stati entrambi espulsi nel corso della legislatura) e si attesta ad un non entusiasmante 13% che lo rende però, stabilmente, il terzo partito della regione.