La testa, il cuore, la pazienza, il talento, le lacrime. Ci sono attimi che possono durare una vita, ma bastano 3 ore e 38 minuti per trasformare un mito in una leggenda: quella di Roger Federer. A quasi 36 anni il gentleman del tennis si riprende la scena alla sua maniera, con la classe che lo ha reso unico in vent'anni di sudore e racchette: davanti ai 15mila impazziti della Rod Laver Arena il campione svizzero vince gli Australian Open, il suo 18/o slam in carriera, battendo nella finale che nessuno avrebbe mai immaginato il rivale di sempre, Rafa Nadal, un altro 'sopravvissuto'. Una sfida che sapeva di storia ancora prima di essere giocata, e le aspettative non sono state deluse: cinque set di equilibrio e agonismo puro e il punteggio (6-4, 3-6, 6-1, 3-6, 6-3) che fissa il nome di King Roger tra i più grandi di sempre, ma non solo del tennis.
Lo svizzero è uno di quegli immortali capace di rinascere, sorprendere, emozionare: dopo sette anni ritrova il successo a Melbourne, dopo cinque (Wimbledon 2012) solleva la coppa di un Major. Ma solo sei mesi fa la battaglia per Federer era con il menisco, quel ginocchio sinistro e capriccioso che aveva fatto già scrivere a molti il the end per lo svizzero, e prima c'era stata quella con la spalla. Un campione vero, mai un eccesso, mai uno sgarbo, e anche nel finale su cui lui stesso non avrebbe scommesso ci mette del suo: "Con Nadal avrei anche perso e sarei stato felice comunque - dice con la coppa stretta tra le mani - il tennis è uno sport difficile, stavolta mi sarei accontentato del pari…".
Chapeau, esternazioni del genere dal vincitore, sono merce rara. Arrivate dopo una finale giocata sul filo delle emozioni, una battaglia che ha appassionato milioni di tifosi in tutto il mondo: Federer e Nadal tornavano a sfidarsi in una finale di Slam per la nona volta, a cinque anni e mezzo dall'ultima, con lo spagnolo da sempre croce dello svizzero, l'unico che in questi anni lo ha messo all'angolo: fino a ora la forbice tra i due era di 23 a 11 in favore del maiorchino, un divario che si fa ancora più largo se ristretto ai soli tornei dello slam con Nadal avanti in 9 partite su 11. Ma Melbourne 2017 ha scritto un'altra storia e cinque set fatti di ribaltamenti di fronti, servizi strappati, ace, potenza e pazienza. Federer ha battuto anche i cinque anni di differenza a favore dello spagnolo, anche lui di ritorno dopo mesi di guai fisici: Nadal forte del suo dritto in top spin, lo svizzero che doveva affidarsi al suo servizio per mettere in difficoltà l'avversario. E nell'altalena delle emozioni è nel quinto set che i due si giocano tutto: due pari, l'ultimo è quello in cui si riparte da zero. Nadal comincia strappando il servizio a Federer. Sul 2-1 lo spagnolo annulla una palla break con un rovescio a due mani su cui Roger resta spiazzato.
Ma si riscatta subito e sul 3-2 centra il break: 3-3. Il punto che vale la partita, Nadal, che ha lottato per tutto il match, in quel momento ha ceduto. Sul 4-3 con lo spagnolo al servizio Federer riesce a fare il break al quinto tentativo, dopo essere stato in vantaggio 0-40. Nel game finale lo svizzero va a servire sul 5-3 e la sequenza fa scorrere i brividi al caloroso pubblico australiano: 0-30, 15-30 con un ace, 15-40, 30-40 ancora con un ace, 40-40. Match point, ma Federer si gioca male la chance di chiudere la finale con un dritto oltre la linea di fondo. Di nuovo parità, ma altro ace e secondo match point: il diritto di Federer si stampa sulla riga. Nadal chiede la verifica, reclama il challenge: e l'occhio di falco sentenzia. Palla buona, è game, set, match e storia per Roger. A 36 anni, il prossimo 8 agosto, lo svizzero piange: lacrime di gioia e parole di riconoscenza a chi sta dietro la sua interminabile carriera, e anche all'avversario con cui in questi anni ha sempre dato vita a sfide accese, ma politicamente corrette. "Da 20 anni vengo qui e a Melbourne mi sono sempre divertito, oggi si diverte anche la mia Famiglia - ha detto con il sorriso -. Spero di rivedere tutti il prossimo anno e, se non fosse così, è stato fantastico comunque".
Federer, numeri di un campione