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L'analisi / 13 aprile, Pressing del Colle, anche il 'Governissimo' come soluzione estrema

Un incubo per Lega-M5s

Fabrizio Finzi ROMA

"Governissimo": termine coniato dal politichese più spinto che neanche la terza Repubblica riesce a debellare. Si può chiamare anche "Governo di tutti" o "di chi ci sta", "Governo del presidente" o di "salvezza nazionale", eppure la sostanza non cambia: in una Repubblica parlamentare tornata al proporzionale può servire.

Questo è lo strumento finale a disposizione di Sergio Mattarella ove ogni altra strada per avere un Governo di legislatura fallisse.

Un'arma per convincere a qualche compromesso coloro che in questi giorni hanno in mano il pallino del gioco (cioè Luigi Di Maio e Matteo Salvini che si porta dietro un Silvio Berlusconi in veste di guastatore).

Una soluzione estrema per dare un esecutivo al Paese che possa almeno rimettere mano alla legge elettorale e fare la legge di Bilancio, per poi tornare alle urne nella primavera 2019.

Il presidente non ha la minima intenzione di far tornare gli italiani alle urne subito con questo sistema elettorale, convinto che darebbe più o meno lo stesso risultato del 4 marzo. Quanti vogliono il voto a ottobre se lo possono scordare, assicurano dalle parti del Colle. Sottolineatura che sia Salvini che Di Maio conoscono bene. Per questo le parole di oggi del presidente vengono lette in chiaro-scuro.

Mattarella ha di fatto concesso altro tempo e questo è quanto desideravano Lega e Cinque stelle. Ma ha anche chiuso la porta a nuove consultazioni per evitare che diventassero un inutile appuntamento settimanale di sfoggio mediatico del nulla assoluto. Quindi al massimo tra una settimana assumerà lui un'iniziativa e sarà veramente l'ultima sponda che il presidente fornirà al duo Salvini-Di Maio.

Se ci fossero frutti in questi giorni il presidente potrebbe incaricare anche lo stesso Salvini come leader della coalizione che ha in dote i numeri più corposi. Se fossero ancora lontani da una fioritura ma si scorgessero i germogli allora Mattarella potrebbe dare un incarico esplorativo a una carica istituzionale, probabilmente al presidente del Senato Casellati.

Ma dopo - e saremmo già arrivati verso la fine di aprile - che può accadere? Beh, non ci sono alternative al "Governissimo".

"Governo che si giova di una vastissima maggioranza parlamentare o della partecipazione di politici molto autorevoli", si legge sui dizionari.

Quindi incarico a una personalità terza, autorevole e indipendente, che possa raccogliere il maggior numero di consensi e poi via a governare l'emergenza con un orizzonte di fine corsa inevitabilmente vicino.

Il male assoluto per Di Maio e Salvini che rischierebbero il naufragio in un Governo che ricorda la Prima Repubblica, bloccato da idee contrapposte e guardato dai loro elettori come la fine di un sogno.

Per questo i due giovani leader sanno che non possono perdere l'occasione, non possono rischiare di farsi risucchiare in logiche che il voto di protesta del 4 marzo non capirebbe.

Ecco perchè ripetono che loro no, al Governissimo non ci saranno. Sentite Salvini anche oggi: "noi appoggiamo un governo che rispetta quello che si è detto in campagna elettorale, un governo tutti insieme per tirare a campare o solo per fare la legge elettorale lo facciano senza la Lega". Il mostruoso "Governissimo" spaventa e forse è un bene.

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