Lega e Movimento Cinque stelle hanno chiesto al Quirinale di bloccare gli orologi e congelare quel governo di garanzia che era già delineato. Insieme hanno ottenuto dal presidente che si fermasse fino a domenica, assicurandogli che per quel giorno gli avrebbero dato una risposta definitiva. E Sergio Mattarella si aspetta domenica la conferma di un accordo blindato e il nome del premier che dovrà guidare il governo. Altrimenti tirerà fuori dal cassetto la lista con il nome del premier del governo di garanzia annunciato al termine delle ultime inconcludenti consultazioni.
Se poi servisse qualche ora in più non sarebbe un dramma. Per la definizione delle caselle ministeriali si vedrà dopo, visto l'attenzione che il presidente riserva ai passaggi costituzionali. Che sono lineari: i ministri sono nominati dal capo dello Stato su proposta del presidente del Consiglio incaricato. Ma è chiaro che il premier deve presentare la lista dei ministri al presidente e ne discute con lui per l'approvazione. Il che tradotto significa che in questa fase Mattarella si aspetta presto la fine della trattativa tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio che definire estenuante è dire poco. E che il Quirinale dedicherà grande attenzione ai profili che gli verranno proposti soprattutto per quei dicasteri particolarmente sensibili.
Tra questi gli Esteri, la Difesa, la Giustizia e, naturalmente, l'Economia. Del tutto ovvio che l'intera compagine di Governo sarà vagliata con attenzione dal presidente della Repubblica. Il presidente quindi tace e aspetta. Prosegue con la sua attività e domani sarà a Dogliani in provincia di Cuneo per ricordare l'anniversario, del giuramento Presidente Luigi Einaudi, uno dei padri della Repubblica.
Un evento simbolico che sembra legare la colta tradizione economica di Einaudi ai vorticosi cambiamenti politici sanciti dalle elezioni del 4 marzo. Legame tra passato e presente che può coordinare fruttuosamente proprio Sergio Mattarella, conciliando la sua prudenza con la ferrea convinzione che ci siano dei limiti da non superare. Come quelli citati oggi dal premier uscente Paolo Gentiloni: "le risposte sovraniste, come ha ricordato ieri il presidente Mattarella, non soltanto sono sbagliate, ma sono anche illusorie, per questo serve l'Europa". Di ministri si parlerà più avanti ma Lega e Cinque stelle sanno già fin dove possono spingersi.