Quello che Anna non sa è che Peter in Cornovaglia ha una moglie e tre figli. A dirglielo è l' amico che vive con lui, pittore inglese anche lui, soprannominato "Diavolo" perchè non è bello come il suo collega che tutti chiamano "Angelo". "E' stata una coltellata - dice Anna -. Non avrei mai potuto accettare di rubare un marito e un padre. Ero una tipa ribelle ma andava contro i miei principi". Anna sa che Peter deve trascorrere una decina di giorni in Toscana. "Al ritorno - dice - prima di ripartire per l' Inghilterra mi avrebbe fatto delle promesse. Io gli avrei detto che sapevo che era sposato e che volevo restare una sua amica cara". Finì invece che per convincere Peter a lasciar perdere quella storia Diavolo gli dice che Anna ha la tubercolosi e sta per morire. Nel frattempo anche la madre della ragazza viene a sapere tutto da Diavolo e chiude in casa la figlia avvertendola che sarebbe uscita solo dopo la partenza dell' artista. Così andò. Peter tornò in Cornovaglia convinto che la ragazza fosse in fin di vita e che sarebbe morta entro breve tempo. "E' partito senza salutarmi - dice Anna, con gli occhi rossi -. Mi sono sentita persa. Poi piano piano mi sono ripresa". Sul volto le rimase una velo di malinconia, che colpì anche lo scultore Domenico Ponzi che voleva ritrarla. "Accetto solo se non mi fai domande - gli rispose Anna - non saprai mai il motivo della mia tristezza".
Peter, invece, cadde in depressione e anche la sua pittura ne risentì. La sua tavolozza che ad Anticoli "si era riempita di colori", si trasformò. "Ebbe in seguito due gemelli - racconta Anna - e alla femmina ha dato il mio nome, aggiungendo Mary e Olivia, con le iniziali che formano la parola Amo. Quando l' ho saputo è stato tutto chiaro. Peter non mi aveva mai dimenticata. Non capivo perchè non mi avesse inviato almeno qualche cartolina a Natale. Molto tempo dopo mia sorella mi disse lo aveva fatto per anni, scrivendo in Italiano, ma mamma se le era fatte dare dalla postina e le aveva stracciate". Anna era stata effettivamente male per una polmonite. "Ma la storia del 1953 - spiega - è stata architettata da mia madre, mia sorella maggiore, Diavolo e dai suoi amici inglesi. Nessuno pensò che sapendolo sposato avrei rinunciato a lui. Mi hanno fatto credere che non era vero che mi volesse bene, per questo era andato via senza dirmi nulla".