Lanyon morì nel 1964 schiantandosi con un ultraleggero. "Un anno dopo Diavolo me lo disse come se niente fosse - racconta Anna -. Ero seduta sui bordi della fontana del paese con il mio primo figlio, Raimondo. 'Ti ricordi quel pittore inglese che abitava con me? E' morto in un incidente aereo. Ne ha parlato tutta l' Inghilterra. Se hai suoi lavori valgono un sacco di soldi'. Mi stava dicendo che Peter era morto e pensava ai soldi. Ero incinta e mi sentii male. Allora feci un voto: Dio aiutami a non perdere il bambino e io dimentico Peter". Nacque Antonella e Anna sigillò il suo segreto. Non ne parlò più con nessuno. "Nel 1961 - dice - avevo sposato un uomo dolce, colto e buono. Ero diventata adulta. Ho avuto due figli e siamo stati felici. Ho perso mio marito troppo presto, nel 1977".
La rimozione di quell' amore di gioventù fu totale per più di 60 anni. Finchè Martin Lanyon, il figlio di Peter, nel mettere ordine tra i documenti del padre scoprì le lettere e le foto di Anna e lo scrittore Toby Treves che stava lavorando alla biografia dell' artista ricostruì la storia, trovò i dipinti e le poesie che le aveva dedicato. "Quando vidi sul catalogo donatomi dal figlio l' opera n. 322 'Primavera' mi prese un tuffo al cuore. Quel quadro io l' avevo visto nel suo studio, l' unica volta che ci andai. Lui mi prese la mano e mi spiegò che lo aveva dipinto pensando a me, alla mia timidezza, quando mi stringeva sul cuore. Provai la stessa emozione di allora". Dal 2015 Martin Lanyon manda sempre a Natale gli auguri alla donna di Anticoli che per suo padre fu musa e molto altro.
In casa, tra i tanti dipinti donati dai pittori passati ad Anticoli Anna ne custodisce due di Peter. "Sono piccoli così potevo nasconderli a mia madre. 'Non ti separare mai da loro, mi disse". "Quando ci incontravamo - racconta ora Anna con un sorriso - Peter aveva sempre una camicia, per sentire meglio il contatto nei nostri abbracci. Per lo stesso motivo anch' io mettevo una camicia di seta".