Da giurista, da nerd, da sincero curioso ed ottimista nel progresso non si può che fermarsi e guardare quel che attorno accade durante questi tempi straordinari.
L’occasione la fornisce una spaziale amministrazione Trump. Sì, sì: letteralmente spaziale, ossia cosmica. L’universo: che è già la prossima ed ultima grande frontiera umana. Non soltanto militare. Anzi.
Ancora oggi dopo il crollo dell’URSS, a discapito di tutto (11 settembre 2001; Iraq e crisi finanziaria 2007-2008): gli Stati Uniti d’America sono ancora il centro del mondo. Per la prima volta non più grazie il loro incredibile potere pubblico ma delle proprie corporation tecnologiche. Non esiste altra Nazione ad avere le sue capacità celesti (Blue Origin; NASA; SpaceX; United Launch Alliance ). Né ora né in previsione futura: l’India e la Cina non sono che agli inizi della maratona; la Russia è ora una potenza più elefantiaca che prestante, incapace di reggere l’efficace efficienza competitiva delle compagnie d'oltre Atlantico (anche se rimane ancora l’unica in grado di spedire e far tornare personale umano dallo spazio); l’Europa è una grande partner ma non ancora player seriamente indipendente.
Ma c’è un ambito in particolare in cui ci si dovrà tutti necessariamente riunire: un tavolo dove il genio quanto più italiano è sempre eccelso. In cui la conoscenza culturale, intellettuale, scientifica è persino nata: il mondo del diritto.
Si è in altri termini davanti ad un’altra, nuova, epoca soltanto paragonabile all’invenzione della ruota, o della scrittura: tale da fondare un’era, cioè radicando la vita terrestre su altri pianeti (e, con ciò, a ragione, non potendola neanche più chiamare tale): che avrà bisogno di discipline.
Egemonia militare, turismo, industria pesante, telecomunicazioni, tecnologie spaziali ed interplanetarie (e, perché no, interstellari) non sono che ad un nuovo, vero inizio dopo lo storico sbarco sulla Luna. Che dovrà essere regolamentato.
E proprio in questa prospettiva quasi impensabile, trova luogo (o meglio: spazio!) il pregresso dei personali propri studi, non intendendo quelli tecnologici ma strettamente giurisprudenziali.
Da qui alzerei il muso ed indicherei col dito qualcosa d’alto. D’altro! Tra i tanti esperti coinvolti in questa rincorsa, non ci si sofferma mai su questa specifica categoria: gli scienziati del diritto. Si pensi a come vi siano circa solo una manciata di trattati internazionali sullo spazio. Oltretutto scritti tra i quaranta ed i cinquant’anni fa. Grossomodo cinque (5!) trattati per regolare duemila miliardi di galassie. Appare evidente l’incredibile, difficile lavoro che sarà richiesto di svolgere. Non è esistito da tempo immemore di poter fondare dal nulla o quasi un intero nuovo campo (universo!) normativo.
Passione, pizzico di follia, inventiva, conoscenza delle lingue e grande dimestichezza giurisprudenziale rappresenteranno una grande propulsione: non vi sarà ambito potenzialmente più stimolante e (im)portante per lo scienziato del diritto di quello che permetterà di crearlo. Da zero. La potenza dell’infinito, evidentemente, non sarà solo dello e nello spazio.
Fantascienza? No, fantastica scienza. Del diritto. Questa volta pertanto letteralmente e quanto più: Ad Astra!
- CHI E' L'AUTORE -
Luca Federici giurista, perito elettronico-telecomunicativo ora master-corsista in Marketing, Digital Communication & Sales Management per Publitalia ‘80, nasce in Urbino (PU) nel 1992. È relatore alla «COP15: Oggi a Copenhagen… E Domani? Cambiamenti Climatici e Green Economy» (Urbino, 2009); nello stesso anno ottiene il brevetto di assistente bagnanti (MIP) - FIN. Consegue il Premio Europa per il Laboratorio Europa della Europe Direct Marche - Carrefour europeo - Università degli studi di Urbino Carlo Bo - Centro Europeo di Informazione e Comunicazione dell'Unione Europea (2011). Nel 2018 pubblica il libro «MAFIA E MAFIE: COSA NOSTRA E LA DOTE VINCENTE. Aristocrazia prima e borghesia mafiosa poi: la nascita e il lungo cammino Stato-mafia dal Risorgimento alla Seconda Repubblica» (Amazon Exclusive).
È grato alla vita per avergli dato un’altra possibilità: entusiasta di averne poi salvate tre.