La Napoli degli studi giovanili, quella del liceo Umberto, e quella degli amici di sempre come Umberto Ranieri e il compianto Maurizio Valenzi, quella dei musei e delle istituzioni, ma anche quella delle tradizioni e delle tipicità, dalla tazzina di caffè al Gambrinus alle piccole opere d'arte targate San Gregorio Armeno. Giorgio Napolitano, nei suoi nove anni da Capo dello Stato, nel seguire le sorti della sua città non ha mancato mai di ritagliarsi uno spazio per le eccellenze del territorio, piccoli piaceri della tavola o creazioni di rara bellezza sinonimo di made in Italy nel mondo.
Il primo impatto di Napolitano con la città è stato da sempre con la tazzina di caffè dello storico bar Gambrinus, dal 1860 meta di politici e artisti nel cuore di Napoli. Lì dove le tazzine dell'ultima visita del Presidente sono conservate in vetrina come una reliquia, mai lavate e con il fondo di caffè ancora ben visibile. Il rapporto tra il Capo dello Stato e i suoi titolari, i fratelli Sergio, è di antica data: ''Tutto nacque da un disguido - racconta divertito Arturo Sergio - la prima volta che venne da noi era deputato e gli servimmo un toast. Lui si alzo' dal tavolo per riportarcelo perche' non era ben cotto. Da allora è diventato un nostro affezionato ospite e se devo dire un motivo per cui viene da noi dico che è perché qui si sente napoletano. Quando viene qui si informa sulla città, chiede come va il turismo''.
Giorgio Napolitano non ha mai rinunciato a uno dei marchi storici della napoletanità, le cravatte di Marinella. Al punto da essersi piu' volte definito 'un vero testimonial' dell'azienda con sede alla Riviera di Chiaia. ''Disse proprio cosi' - racconta Maurizio Marinella - facendomi notare che era stato cliente di tre generazioni, mio nonno, mio padre ed io''.
Cravatte a sfondo blu e bordeaux le preferite dal Presidente, sempre molto rigoroso nelle sue scelte: ''Da quando è diventato Presidente viene un po' di meno ma quest'anno, in occasione del nostro centenario, ci ha fatto visita e si è intrattenuto a lungo con noi riservandoci parole molto toccanti con una lettera bellissima in cui riconosceva al nostro marchio il merito di trasmettere nel mondo il lato migliore di Napoli''. Se il caffè è quello del Gambrinus, per la pizza Napolitano si rivolge ad Alfredo Forgione, da 40 anni maestro pizzaiolo da lui insignito della nomina di cavaliere del lavoro. ''Era mio cliente già negli anni '90 - ricorda Forgione - quando lavoravo da Ciro a Mergellina e lo è tuttora che mi sono trasferito sul lungomare da 'Fresco'. Piu' volte gli ho fatto recapitare le mie pizze a Villa Rosebery durante i suoi soggiorni napoletani, ma l'ultima volta che mi ha scritto mi ha promesso una visita. Lo aspetto per dedicargli una pizza che sia di buon auspicio per il 2015 a base di tutte le specialità della tradizione partenopea riprodotte in sedicesimi in un unico impasto''.
Nella galleria delle tradizioni non potevano mancare i presepi di San Gregorio Armeno, la celebre strada dei pastori, dove si ricorda una recente visita della signora Clio e dove Genny Di Virgilio sta lavorando a una nuova statuina. Quella del Presidente che si congeda dal Quirinale con un cenno della mano.