Il pressing di Fedele Confalonieri, l'uomo che rappresenta le aziende Mediaset e che ha voce in capitolo nelle decisioni importanti non è servito a 'strappare' il via libera di Silvio Berlusconi alla candidatura di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica.
Nella riunione mattutina di ieri con Gianni Letta a prevalere e convincere il Cavaliere a non votare il nome 'imposto' da Renzi è stato tutto il vertice Fi che, all'unisono, ha bocciato la candidatura proposta dal premier: Non possiamo subire così, ne usciremmo massacrati, è stato il consiglio rivolto al Cavaliere che, già irritato dai dai toni ultimativi usati dal capo del governo, non ha avuto più dubbi.
Raccontano che sia stato poi lo stesso Berlusconi a chiamare a palazzo Chigi per comunicare la decisione finale, un mezzo strappo, con la decisione di votare scheda bianca, che non ammazza il patto del Nazareno ma che comincia a mettere alcuni paletti sulla partita delle riforme.
Una telefonata formale con il leader Dem (giusto pochi minuti) per informarlo preventivamente di quanto avrebbe detto ai grandi elettori di Forza Italia: "L'accordo con Renzi è a metà, lui non ha rispettato i patti", è l'esordio dell'ex capo del governo davanti al suo partito.
Linea concordata in un faccia faccia con Angelino Alfano, lontano da occhi indiscreti. Pare che sia stato proprio il ministro dell'Interno a risolvere gli ultimi dubbi dell'ex capo di governo sulla bontà del mezzo strappo. Tant'è che anche nella riunione di Area Popolare il leader di Ncd ha usato toni altrettanto critici contro la decisione di Renzi per spiegare la decisione di votare scheda bianca il giorno in cui dovrebbe essere incoronato Mattarella.
Certo, la decisione di strappare con Renzi non è stata presa a cuor leggero dal Cavaliere. Tanto che i suoi fedelissimi non esitano a descriverlo molto dispiaciuto ma anche sorpreso dal muro trovato a palazzo Chigi: Matteo ha rotto gli accordi - è stato il senso del suo ragionamento - sapeva che poteva contare su di noi se avesse trovato altre soluzioni. La partita però non è ancora finita, anzi è lo stesso ex premier a definirsi "combattivo" aspettando al varco il premier in Parlamento.
Gli occhi sono tutti puntati sul percorso delle Riforme e su cosa intenderà fare il duo Alfano-Berlusconi. A questo si aggiunge l'incognita della quarta votazione ed i dubbi che serpeggiano sia in Fi che in Ncd che alla fine qualcuno nel segreto dell'urna possa tradire la linea ufficiale. Ecco perchè gli sherpa di entrambi i partiti sono al lavoro per studiare una soluzione e 'contare' i propri voti. Dentro Forza Italia c'è poi chi avanza la tesi che dall'ex premier potrebbe arrivare il colpo di scena con un ennesimo cambio di strategia per evitare di avere, oltre ad un Capo dello stato, anche un presidente del Consiglio ostile. La decisione del Cavaliere di non votare Mattarella ha come effetto immediato quello di riaprire la guerra dentro Forza Italia. Ad alzare la voce è la fronda azzurra che chiede la 'testa' dei vertici azzurri da sempre sponsor del patto con Renzi.
A far capire il clima che si respira dentro Fi sono le parole di Fitto che senza mezzi termini chiede "l'azzeramento totale nel partito e nei gruppi parlamentari. E' impensabile - accusa - che i cultori del Nazareno pretendano ora di travestirsi da oppositori di Renzi".