Alla fine ha vinto chi aveva la faccia giusta per farlo: ad aggiudicarsi il primo Hackathon del calcio sono stati gli FBI, per il settore legato al rapporto tra la Figc e i tesserati, e i Gonzalo's per i 'Match Analysis', cioè l'analisi dei dati legati agli atleti e alle partite.
Il primo è un progetto legato al superamento della tessera degli aderenti alla Figc in favore di un chip da collo, l'altro riguarda invece lo studio del 'DNA di una squadra' Incontrando Alessandro Bonazza degli 'FBI - FootBall Identity' poche ore prima della 24 ore trentina si poteva intuire che avrebbe portato avanti un progetto per avvicinare i tesserati alla Federazione. Ma senza svelare dettagli. Dopo la premiazione, invece, racconta come con un token da 50 centesimi sia possibile superare non solo la tessera di carta, ma raccogliere e trattare i dati atletici, agonistici e tecnici del milione trecentomila tesserati che il calcio lo praticano. Un chip dalla forma di medaglia che può essere appeso al collo solleticando l'ego degli atleti ma, che fa anche gola a molti per il suo cuore di dati che può generare business. Il progetto vincitore del settore 'match analysis' che porta la firma dei Gonzalo's, sembra essere invece dedicato agli addetti ai lavori, a chi di calcio vive.
Molto più di un semplice tifoso. Nonostante i progetti sull'analisi dei big data legati alle partite siano stati scelti da circa il 70% dei partecipanti, appare evidente che è la 'razionalizzazione' del rapporto Figc-tesserati a essere la più rilevante dal punto di vista economico. Ad ammetterlo è anche Carlo Alberto Carnevale Maffé, coordinatore scientifico dell'Hackathon Figc, che in un incontro con la stampa spiega come, finora, tutto quel che non riguarda i 90' di una partita è stato "regalato ai social, ai big del web", e non genera utili. Per Michele Uva, direttore generale della FIGC, l'Hackathon rappresenta un ponte verso il futuro. E così in effetti è stato se dei 158 partecipanti di questa prima edizione, la stragrande maggioranza era under 25.
Addirittura c'è stata una squadra di diciottenni che ha meritato una menzione speciale. L'hacker tipo di questa edizione era uomo (solo 9 le donne), italiano (appena 10 gli stranieri) e - ovviamente - appassionato di calcio. Ad entrambe le squadre prime classificate è andato un assegno da cinquemila euro firmato dalla Provincia Autonoma di Trento, Trentino Sviluppo e Università di Trento. La speranza, ora, è che i vincitori abbiano la voglia e la possibilità di utilizzare tutte le risorse che il territorio mette loro a disposizione. Un esempio su tutti: il Polo di Meccatronica di Rovereto affitta una scrivania per un euro al giorno a chi abbia voglia di provare davvero a realizzare la propria startup, avvalendosi dei consigli di chi ha più esperienze e degli strumenti di eccellenza del Centro.