Tempo di grandi manovre al Parlamento europeo. Mentre i grandi gruppi tradizionali - i democristiani del Ppe, i socialisti dello S&D ed i lib-dem dell'Alde - tentano la "grande coalizione" per negoziare con Herman Van Rompuy il presidente della Commissione e l'intero pacchetto del rinnovo delle nomine europee, gli euroscettici cercano di dividersi in due. Marine Le Pen e Nigel Farage i due leader. Ai quali sta facendo silenziosa concorrenza il gruppo Ecr dei conservatori di Cameron. Principale problema da risolvere, quello di aggregare partiti di almeno sette diverse nazionalità.
E la leader del Front National ha presentato il suo "nocciolo duro" del suo gruppo anti-euro ed anti-immigrazione. Al fianco dei suoi 24 eurodeputati del Front National, andranno i 5 della Lega Nord, i 4 austriaci dello Fpo, i 4 olandesi del Pvv ed il belga fiammingo del Vlaams Belang. Le Pen, Salvini, Wilders ("stiamo scrivendo la storia", ha detto), l'austriaco Vilimsky che rappresenta Strache ed il belga Annemans si dicono sicuri di riuscire a centrare il risultato di aggregare almeno altri due partiti. Pescando tra gli euroscettici dei paesi baltici e dell'Europa dell'Est.
Ma nella conferenza stampa non ci sono, ad esempio, i Democratici Svedesi che fino alla vigilia delle elezioni venivano dati per pronti all'Alleanza. Ma i numeri sono solo dettagli, per ora. Oggi è il giorno della presentazione dei programmi. E della conferma che non ci sarà spazio per i neonazisti, né quelli greci di Alba Dorata né il tedesco dello Npd. E neppure per gli ungheresi di Jobbik. "Ci sono divergenze maggiori", taglia corto Marine. La matrice comune appare quella nazionalista, xenofoba, anti-immigrazione ed anti-euro. Ma la Le Pen, come Salvini, presenta l'alleanza euroscettica come l'unica difesa contro il pensiero unico "della stampa e degli altri politici", che vendono la costruzione europea come "irreversibile".
Per il padano Salvini sarà "l'unica riposta seria contro l'inciucione", ma poi deve spiegare quale sia il nazionalismo che difende. Il leader del Carroccio replica che non bisogna andare per il sottile: "Quando la casa brucia, non si pensa a mettere in salvo i soprammobili". E di "incendi" ne vede tre: la moneta unica, l'immigrazione clandestina e la disoccupazione "senza precedenti". E comunque difende il diritto di tutti i popoli all'autodeterminazione. Quindi "appoggio di tutti referendum, dei veneti come degli ucraini".