Finisce l'era di Flavio Tosi a Verona. Il centrodestra nuovamente unito - Lega e Fi - si riprende la città con Federico Sboarina, ex assessore dello stesso sindaco uscente, che batte l'avversaria Patrizia Bisinella, senatrice e fidanzata di Tosi. Sboarina è accreditato nelle prime proiezioni al 55%, contro il 45% di Bisinella; nei voti reali, quando sono state scrutinate in città un quarto delle schede totali, il candidato del centrodestra è dato al 57%.
A Bisinella non è bastato al secondo turno (dove partiva indietro di 6 punti) il sostegno del Pd e nemmeno l'endorsement di Matteo Renzi, che vedeva nell'esperimento della lista 'tosiana' una proposta credibile per non consegnare una delle città più importanti del Nord a Salvini. Per il Pd e il centrosinistra, che al primo turno erano arrivati al terzo posto con Orietta Salemi, un'altra sconfitta in un Veneto che - soprattutto ai ballottaggi - li vede incapaci di prevalere.
Sboarina, che partiva dal 29% del primo turno, poteva contare sull'appoggio oltre che del Carroccio anche di Fratelli d'Italia, e altri cespugli del centrodestra fuoriusciti dall'orbita tosiana. "Complimenti a Sboarina per il risultato, Verona ha scelto" il primo commento di Bisinella. Matteo Salvini si giocava molto sul successo a Verona, e non a caso è stato l'unico leader nazionale a mostrarsi in città, tra comizi e gazebo, fino alle ultime ore della campagna elettorale. Quella tra Tosi e Salvini è del resto una sfida personale che va avanti dal marzo 2015, quando l'ex sindaco di Verona fu espulso dal Carroccio. Flavio Tosi ha guidato Verona come sindaco per dieci anni, immaginandosi per un momento anche come futuro candidato nazionale del centrodestra. Adesso il risultato avverso della sua città cambia tutto.