Nove nel Lazio e sette in Lombardia, 19 liste in entrambe le regioni. In termini strettamente numerici le elezioni del 4 marzo nelle due regioni politicamente piu' rilevanti d'Italia restituiscono un quadro tutto sommato omogeneo tra conferme e novita', corse parallele e coalizioni contrapposte. Avvicinandosi al quadro, pero', spiccano alcune differenze.
Nella Regione della Capitale - In corsa nove candidati, ma la sfida sarà a tre, tra il presidente uscente, Nicola Zingaretti, che cerca il bis, la candidata pentastellata Roberta Lombardi e Stefano Parisi in pista per il centrodestra. Dalle 7 alle 23 a votare per il prossimo inquilino di via Cristoforo Colombo saranno chiamati 4.786.082 cittadini e cittadine, che potranno votare in 5.285 sezioni nelle cinque province del Lazio. I posti in palio al Consiglio regionale sono 51, di cui 40 assegnati con il sistema proporzionale e dieci come premio di maggioranza (il 51mo è il governatore eletto). Dei quaranta, alla circoscrizione di Roma andranno 29 seggi - si legge nel decreto del presidente uscente che indica la ripartizione - poi 4 ciascuno a Frosinone e Latina, 2 a Viterbo e 1 a Rieti. A correre per la carica di presidente della Regione oltre a Zingaretti, alla guida di un'ampia coalizione di centrosinistra, Parisi e Lombardi ci sono il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi (civico), Mauro Antonini (Casapound), Giovanni Paolo Azzaro (Dc), Elisabetta Canitano (Potere al Popolo), Stefano Rosati (Riconquistare l'Italia), Jean Leonard Touadì (Civica Popolare).
In Lombardia Con Attlio Fontana, il centrodestra punta a confermarsi alla guida della Lombardia, dopo ventitré anni di amministrazione ininterrotta, e parte in vantaggio. Con Giorgio Gori, il centrosinistra prova invece a rompere questa egemonia, anche se con la coalizione che fa perno sul Pd non ha trovato l'accordo LeU, che corre con Onorio Rosati.
Decisiva per gli equilibri finali potrebbe essere la percentuale di voti raccolta dal candidato del M5S, Dario Violi. Gli altri candidati sono Massimo Gatti (Sinistra per la Lombardia), Giulio Arrighini (Grande Nord) e Angela De Rosa (CasaPound), che si sono presentati come alternativi a tutte le principali 'famiglie' politiche.