"Attendiamo la decisione del giudice, ritengo che non sia appropriato che io adesso intervenga su questo". Così Valerio Onida, a margine di un dibattito sul referendum costituzionale a Milano, a chi gli chiede un commento sul dibattito politico che si è scatenato in attesa della decisione del tribunale civile di Milano sui ricorsi presentati dallo stesso costituzionalista e da un pool di avvocati in relazione al quesito del referendum del 4 dicembre. "Andate a chiederlo ai politici - ha detto rivolgendosi ai cronisti - io non parlo".
La riforma costituzionale su cui i cittadini sono chiamati a esprimersi con il referendum del 4 dicembre - sostiene Onida - "privilegia la iper semplificazione e la fretta su quello che è un meccanismo costituzionale che deve funzionare con necessaria riflessione". A dirlo è Valerio Onida, a margine di un dibattito sul referendum costituzionale questa mattina a Milano. Secondo il costituzionalista, che ha presentato un ricorso al tribunale civile di Milano in relazione al quesito del referendum del 4 dicembre, la riforma è "ispirata all'idea che i mali del nostro Paese siano dovuti alle complicazioni dei meccanismi istituzionali. Ciò è in larga parte vero se parliamo dei meccanismi amministrativi, ma non è vero se parliamo dei meccanismi costituzionali, su cui non c'è un sistema iper complicato, ma anzi è un sistema che promuove la necessaria riflessione su alcune decisioni". Onida ha spiegato che "è inesatta la diagnosi che il nostro sistema istituzionale non favorisca la decisioni, ma solo i sistemi di veto. Non è così. Si accusa il bicameralismo di essere la causa del rallentamento dell'attività legislativa, ma non è vero perché noi facciamo troppe leggi e fatte male, che cambiano continuamente. Il nostro problema - ha concluso - non è il blocco della produzione delle leggi, ma la instabilità del tessuto legislativo che viene costantemente innovato in nuovi interventi che si contraddicono l'uno con l'altro".