"Non si può rischiare il salto nel vuoto. Bisogna andare avanti, non tornare nella palude". Lo dice il premier Matteo Renzi a un'iniziativa per il Sì a Savona. "Se vince il Sì saremo il Paese più forte, l'Italia avrà grandi responsabilità in Europa", aggiunge. "Se vince il No è certo che non ci staremo a vivacchiare in un sistema di veti e controveti. Vogliono bloccare il Paese, io voglio che vada avanti. Gente che ci ha dimostrato come sono le sabbie mobili ne abbiamo vista fin troppa. Noi vogliamo strappare il Paese dall'immobilismo".
"Abbiamo sempre detto che, a prescindere dall'esito del referendum, non ci dovrebbero essere conseguenze sul Governo per un motivo molto semplice: il referendum è una delle cose importanti che ha fatto questo Governo, ma non il tutto": lo ha detto in serata a Pordenone, a margine di un incontro in Prefettura, il ministro dell'Interno Angelino Alfano
"Se vince il no il Governo deve prendere atto che una sua importante proposta di semplificazione e di ammodernamento del Paese non è andata a buon fine, e quindi, bisognerà rimettere il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica". Lo ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio. "Poi - ha concluso - sarà Sergio Mattarella a decidere il da farsi".
Boschi, non mi rassegno a un governo tecnico - "Con la riforma non aumentano i poteri del premier né del Governo. Restano tutte le garanzie costituzionali, inalterati i poteri e l'autonomia della magistratura e della Corte costituzionale. Ampliamo solo la partecipazione dei cittadini. Quindi non si parli di deriva autoritaria". Lo dice a Raiparlamento la ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, che sull'Italicum spiega invece che se il Parlamento trova un accordo si può cambiare la legge elettorale: 'per noi è una buona legge, ma siamo disponibili a cambiarla. Per me - aggiunge però - sarebbe un errore tornare al proporzionale come nella Prima Repubblica dove decidevano i partiti'.
Renzi, vogliamo scardinare burocrazia non federalismo - "Il Federalismo non è la distorta applicazione del titolo V. Diverso è invece pensare che il federalismo siano cavilli per bloccare il Paese, sono venti anni che ci bloccano il futuro". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a Venezia per la firma del Patto per Venezia, assieme al sindaco Luigi Brugnaro. Tornando sulla 'bocciatura' parziale della Legge Madia da parte della Consulta, Renzi ha sottolineato: "é il trionfo della burocrazia. Perché noi abbiamo chiesto il parere e invece ci voleva l'intesa". "Noi non vogliamo scardinare il federalismo", ha detto il premier, "ma vogliamo scardinare la burocrazia. Io mi sento più tranquillo se a decidere sono i territori piuttosto che i burocrati romani. Federalismo non é utilizzare ogni cavillo per bloccare lo sviluppo del paese".
Berlusconi, dopo voto tutti a tavolo per riforme - "Se vince il Sì si continua con questa Italia che non è in buona condizione. Se vince il No non accade niente di strano ma avremo il tempo per sederci tutti a un tavolo con le altre forze politiche per mettere in chiaro quale legge elettorale avere e poi per scrivere una riforma che sia positiva e non pericolosa come questa. Che preveda un limite alla pressione fiscale, la diminuzione dei parlamentari da 630 a 300 e da 315 a 150 senatori, che introduca il vincolo di mandato e l'elezione diretta del Capo dello Stato". Lo ha detto a Raiparlamento il leader di Fi, Silvio Berlusconi. Berlusconi ha poi affrontato il tema dell'inasprimento dei toni della campagna elettorale sottolineando che, sì, ci sono "toni eccessivi, ma non colpa nostra. Per colpa di chi - spiega - fa campagna per il sì dicendo che se vince il No ci sarà il caos. Nulla di tutto questo: se vince il No restiamo con questa Costituzione che ci accompagna da 70 anni e - ribadisce - si apre un tavolo per una riforma condivisa".
Renzi, Raggi fuori da Senato? Inizi a fare sindaco - "Ho visto la sindaca della vostra città che ha detto che lei" non intende fare la senatrice nel nuovo Senato "ma credo che la domanda dei cittadini non sia quando inizierà a fare la senatrice ma quando inizierà a fare il sindaco". Lo dice il premier Matteo Renzi all'evento per il Sì a Roma, facendo riferimento a Virginia Raggi. "Fermi. Noi siamo per la collaborazione istituzionale sempre", aggiunge Renzi, quando qualcuno dalla platea inizia a rumoreggiare.