"Gli alieni sono fra noi e io sono uno di loro, e li rappresento tutti". Trionfatore della serata Renato Zero, davvero un mattatore, irresistibile con il suo linguaggio pieno di locuzioni che solo Panariello riesce a riprodurre. Un medley in chiave orchestrale, "Favola Mia", "Più su", "Amico", "Nel giardino che nessuno sa", "Cercami", "Il cielo", "I migliori anni", poi "Il triangolo" e "Mi vendo" prima del nuovo brano "Gli anni miei raccontano", singolo tratto dal nuovo album Alt in uscita l'8 aprile.
Pubblico impazzito e standing ovation. Rispondendo alle domande di Carlo Conti, Zero ricorda quando annunciò il ritiro dalle scene: "Ci sono momenti in cui desideri guardare meglio le tue faccende, cerchi di capire se quello che fai è giusto. Se non stiamo bene noi artisti, non state bene neanche voi.
La salute di un artista è la generosità di volersi bene per regalarsi alla gente". E poi, spiega, "io avevo un sogno che era Fonopoli, ma tre sindaci di Roma non sono riusciti a realizzarlo. Aveva a che fare con la grande immaginazione e con l'idea di dare un'opportunità ai ragazzi e toglierli dalla strada". Parla anche della famiglia, tema portante del festival: "Se ne parla ora: da quella famosa capanna, abbiamo imparato che la convivenza deve essere esercitata nelle quattro pareti di casa". Prima di lanciare il fascio di fiori al pubblico in sala, invita a insegnare la musica nelle scuole: "Grazie, onorevoli, se ogni tanto pensate anche a noi".