Mai avallato alcun accordo tra Sky e Mediaset sui diritti tv della serie A 2015-2018: il giorno dopo la bufera scoppiata sul gotha del pallone per l'istruttoria aperta dall'Antitrust che ipotizza un cartello anti-concorrenza tra i big della pay tv, è la stessa Autorità a precisare di non aver "rilasciato alcuna autorizzazione" a intese 'spartitorie'.
Sul caso batte un colpo anche anche Sky: "Dal giugno scorso la nostra posizione è chiara. Per i pacchetti A e B avevamo vinto noi", sottolinea l'ad Andrea Zappia, che aspetta gli esiti dell'indagine "evitando di interpretare arbitrariamente il pensiero dell'Antitrust". L'Autorità garante della concorrenza spiega di aver dato il via libera - su richiesta della Lega e in deroga al decreto Melandri - esclusivamente allo scambio dei diritti del pacchetto D (le partite delle altre squadre, oltre le otto principali), che ha consentito a Mediaset di concederli in sublicenza a Sky, riservandosi, peraltro, di intervenire in base alle norme italiane ed europee sulla concorrenza. E comunque "alcun contratto o accordo intercorrente fra Sky e Mediaset è mai stato portato all'attenzione dell'Autorità".
"Una cosa è un'eventuale attività spartitoria, un'altra è un'autorizzazione ad operare, concessa sulla base della legge Melandri, sia sul digitale che sulla piattaforma satellitare", ribadisce il presidente dell'Agcm Giovanni Pitruzzella. Le Autorità per la concorrenza e per le comunicazioni hanno "solo autorizzato una sublicenza. Altro discorso è un accordo spartitorio in cui dopo la gara ci mettiamo d'accordo sulla base elementi transattivi e quello sarebbe un accordo illecito". Le verifiche, in ogni caso, richiederanno mesi, "perché c'è il massimo della garanzia per i soggetti coinvolti".
Sky sta alla finestra, aspettando gli sviluppi dell'istruttoria, ma ostenta tranquillità: "Sin dal giugno scorso - sottolinea Zappia - dall'apertura delle buste in poi, Sky ha sostenuto con forza e coerenza in tutte le sedi, inclusa Agcm, che le sue offerte per i pacchetti A e B erano quelle vincenti ai sensi delle regole del bando. La Lega, consigliata dal proprio advisor, ha invece adottato con propria decisione e nonostante l'opposizione forte di Sky, un'assegnazione diversa, assai più penalizzante per il business di Sky (pacchetti B e D a RTI). Sky ha poi acquisito da RTI, con un regolare contratto di sublicenza approvato da Agcm e Agcom, i diritti sul pacchetto D". La tv di Murdoch, dunque, "non ha partecipato ad alcuna intesa e peraltro l'assetto dei diritti, a valle dell'assegnazione decisa dalla Lega, ha visto Sky particolarmente penalizzata rispetto ai risultati prefigurabili dopo l'apertura delle buste".