Josef Blatter sopravvive a sé stesso. Attaccato da 17 anni alla poltrona della Fifa, padre padrone di un mondo che macina affari e quattrini (140 mln di dollari di profitti dal solo mondiale brasiliano), il 79enne ex colonnello svizzero è stato rieletto per la 5/a volta alla guida della federazione, che governa dal 1998. A Blatter si è inutilmente opposto il giovane emiro giordano Alì bin al Hussein. Il dittatore del calcio ha confermato la sua forza politica, hanno votato per lui Africa, Sud America, quasi tutta l'Asia. Numeri imponenti, consensi e legami spesso acquisiti a suon di accordi economici e finanziamenti con la ricchissima cassa della Fifa, che ha fatto di Blatter il dirigente più pagato al mondo, poco meno di 100 mln di dollari annui il suo reddito totale, e uno stipendio Fifa misteriosamente segreto.
I soldi sono la chiave di tutto nell'avventura calcistica di Blatter, moderno faraone con reggia sulle colline di Zurigo, distributore di ricchezza e benefit, potente come un capo di stato, capace di relazioni profonde anche grazie al fatto che parla 5 lingue. E' gentile con tutti, soprattutto coi delegati dei paesi piccoli e lontani dai riflettori, dove il calcio è anche poco praticato, ma al tavolo Fifa contano uno come l'Italia, l'Argentina, la Germania e via dicendo. Blatter non polemizza mai e se attaccato, sorride, prende tempo, glissa. Non gli piacciono le asperità, preferisce la diplomazia, meglio quella degli affari, la riservatezza tutta svizzera. "Ho lottato per vivere e quell'istinto non mi ha mai abbandonato" disse una volta ricordando la sua debole salute di bambino, e spiegando la sua attuale rocciosa resistenza a qualunque attacco. I detrattori, come Maradona, lo definiscono mafioso e ladro, Platini non arriva a tanto, ma molti non a torto pensano ci sia del marcio nella Fifa guidata da quest'uomo, che i nordamericani detestano, quelli del sud adorano, e gli africani considerano un principe. Non a caso, a chi gli chiedeva di ritirarsi, Blatter ieri ha detto 'solo il congresso può cacciarmi'.
Blatter ricevette le prime accuse di corruzione addirittura nel 2001, solo 3 anni dopo la sua prima elezione. Un delegato africano cercò di soffiargli il posto, lui si difese come un leone. Lo salvarono la Germania di Beckenbauer e la Francia di Platini. Altri tempi. Oggi l'Africa è tutta con lui. Fra le vicende torbide che hanno caratterizzato le scelte di Blatter c'è solo l'imbarazzo della scelta: nel 2006 licenziò il capo del marketing Jerome Valcke per irregolarità con gli sponsor, e 6 mesi dopo lo riprese addirittura come segretario generale, dopo che quelle stesse irregolarità erano costate alla Fifa 100 mln di dollari di risarcimento. Nel 2010 uomini vicini a Blatter furono arrestati per corruzione, fra loro il potente qatariota Mohammed bin Hamman capo della federazione asiatica e quel Jack Warner di Trinidad e Tobago, arrestato tre giorni fa, che già allora comprava e vendeva voti per la presidenza, fu coinvolto in una vicenda di biglietti in nero, espulso, e poi tornato a galla al fianco di Blatter. Ma è tutta acqua passata. Da domani e per altri 4 anni, giustizia permettendo, la Fifa parlerà ancora svizzero.