Su il sipario sulle Olimpiadi del gelo e della pace fredda tra Corea del Nord e del Sud. I Giochi di Pyeongchang prendono il via con la cerimonia d'apertura, e nello stadio a forma di pentangono gli occhi del mondo sono rivolti alle squadre di Seul e Pyongyang , che sfilano sotto una bandiera unica. Quelli degli italiani, anche su Arianna Fontana. Determinazione e sicurezza raccolti in un fisico minuto e un volto quasi angelico. E' carica "come una molla" la pattinatrice di Sondrio nei suoi Giochi di Pyeongchang, perché qui l'appuntamento è doppio: c'è una cerimonia da onorare come portabandiera e il giorno subito in gara. E lei vuole tornare a volare sui pattini. Carica e serena la lady del ghiaccio. "Sono pronta e in forma per le prime prove, e non vedo l'ora di gareggiare" sottolinea subito, tanto per mettere le cose in chiaro.
"Sono tranquilla, qui al Villaggio stiamo bene", aggiunge sotto l'edificio che ospita le atlete azzurre, all'interno del Gangneung Olympic Village. La campionessa azzurra di short track, che sarà impegnata nei 500, nei 1.000, nei 1.500 metri e nella staffetta, vive la doppia emozione. "Il fatto di essere portabandiera - osserva - è una spinta, una carica in più, un onore e un orgoglio. Non lo vedo assolutamente come un peso. Per la cerimonia piuttosto sto già pensando a tutti gli strati di vestiti che metterò sotto la giacca e la tuta da sci per combattere il gelo, ma sono pronta". Nei Giochi di Torino 2006 esordì con un bronzo in staffetta. Oggi sorride ripensando a quei giorni sul ghiaccio del Palavela. "Sono passati un po' di anni, diciamo che di quella ragazzina c'è ancora la fame e la voglia di migliorare e di vincere". A soli 27 anni per le compagne è un esempio, una guida, sul ghiaccio e fuori. "Sinceramente spero di far bene in tutte le gare - aggiunge - dato che in Coppa del Mondo sono riuscita a fare bene nelle diverse distanze. Vorrei magari riuscire a fare qualcosa in più nei 1.000 metri che è la distanza che per me è sempre stata un po' più difficile".
L'esperienza le ha portato una grande sicurezza, lo si legge nello sguardo e lo si sente nella voce: "Noi donne - sottolinea - puntiamo tanto sulla staffetta. Già il primo giorno sarà importante perché abbiamo la semifinale, oltre al primo turno dei 500 metri. Speriamo tutte quante di riuscire a partire con il piede giusto". Quando parla di lei a Kenan Gouadec, direttore tecnico dello Short track dell'Italia team, brillano gli occhi. "Arianna resterà sempre Arianna. E' una fuoriclasse, una grandissima pattinatrice. La vedo molto concentrata". Sarà lei a guidare la staffetta azzurra. "La squadra femminile - prosegue Gouadec - ha dimostrato continuità e capacità di arrivare sempre sul podio. E' una gara in cui non puoi sbagliare. Dobbiamo interpretare le Olimpiadi come una competizione normale, affrontando un giro alla volta, una gara alla volta, un turno alla volta. Il primo obiettivo è quindi di raggiungere finale, poi si vedrà". "Rispetto a quattro anni fa - conclude - ora c'è più visibilità e attenzione verso il nostro sport e questo grazie ad Arianna. Siamo abituati a grandi aspettative su di noi, ma restiamo sereni e tranquilli".