La Florida segna il record di casi di
Coronavirus, ma l'Nba non dà segni di resa: sono 2 i cestisti
positivi alla prima serie di controlli effettuati tra i 322
giocatori delle 22 squadre che prenderanno parte alla fase
finale del campionato di basket professionistico, al via dal 30
luglio a Disney World a Orlando. I due positivi rimangono in
isolamento ai margini della 'bolla' creata dall'Nba, e si
aggiungono ai 19 positivi che non sono neanche partiti per il
ritiro in Florida.
I due nuovi casi sono stati costretti a non uscire mai dalla
propria stanza, a lasciare il campo di Orlando e a isolarsi
sotto il controllo e la supervisione medica. Per rientrare nella
bolla dovranno non solo aspettare l'esito del doppio tampone
negativo, ma sottoporsi poi a diversi test medici - tra cui
quello cardiaco - prima ancora di ripartire con la quarantena.
Un lungo iter che dovranno seguire anche gli altri 19 giocatori
attualmente positivi, scoperti tra il 1 e il 7 di luglio e
rimasti per questo a casa. Tra di loro c'è Russell Westbrook,
che nelle scorse ore ha reso nota via social la sua positività e
che ha sottolineato la sua volontà di essere a Orlando con i
compagni non appena sarà riuscito a lasciarsi alle spalle la
malattia. Per ragioni di privacy, le franchigie NBA non hanno
ufficialmente comunicato la lista dei giocatori arrivati a
Orlando, tenendo cosi' riservati i nomi di chi è risultato
positivo. Sono diversi però gli interrogativi che accompagnano
l'assenza a Disney World di James Harden ad esempio, mentre in
casa Nuggets è sempre più lunga la lista dei giocatori
indisponibili: oltre a Nikola Jokic - risultato positivo in
Serbia - mancano all'appello Michael Porter Jr., Gary Harris e
Torrey Craig.
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